La Valerianella è uno degli ortaggi più semplici da coltivare: si sviluppa bene anche nei suoli argillosi e, in genere, non necessita di interventi antiparassitari
La valerianella (Valerianella locusta) è una pianta orticola molto conosciuta e ricercata che si è notevolmente diffusa negli ultimi anni. Il suo nome può variare a seconda delle aree geografiche anche se spesso, a livello commerciale, viene impropriamente denominata “valeriana”; comuni sono le denominazioni “dolcetta”, “gallinelle”, “songino”. La Valerianella Può essere ritenuta sia pianta annuale sia biennale, a seconda del periodo di semina. Iniziando la coltura a fine estate (e raccogliendo entro l’anno) oppure seminando a fine inverno (e procedendo alla raccolta in primavera), il ciclo si deve considerare annuale. Quando invece si semina in autunno (e si raccoglie a fine inverno-inizio primavera) si può ritenere biennale. Si trova in forma spontanea anche in tutte le regioni dell’arco alpino; non le è invece adatto un clima caldo e asciutto. Per iniziare a vegetare la valerianella ha bisogno di una temperatura di circa 7 °C, mentre per il suo sviluppo la temperatura migliore va dai 15 ai 18 °C.
Terreno
Per preparare il terreno non sono necessarie vangature profonde, lo si può smuovere anche solo per uno strato di 15-20 centimetri. Prima di seminare, è opportuno sistemare con molta cura gli strati più superficiali del suolo in modo che non vi siano buche o avvallamenti dove possa ristagnare l’acqua. Ottimi i terreni argillosi.
Coltivazione
La profondità di semina è in genere piuttosto limitata ed è opportuno che non superi il mezzo centimetro, specialmente nei terreni pesanti. Talvolta è consigliabile diradare le piante se la germinazione risulta molto abbondante.
Concimazione
Le esigenze della valerianella riguardo alla concimazione sono in genere modeste e nei piccoli orti non è di regola necessario eseguire alcun apporto di fertilizzanti prima della sua semina dato che si accontenta di quello che lasciano nel terreno le altre coltivazioni.
Irrigazione
Gli interventi irrigui devono essere attenti e assidui, anche se le quantità d’acqua di cui la coltura ha bisogno sono, in genere, modeste.
Come si presenta la pianta di Valerianella
Varietà più diffuse
- Valerianella d’Olanda
- Verde a cuore pieno
- Verde di Cambrai
- Verde d’Étampes
- Dimensioni: 6,1 x 3 x 14,4 cm
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La coltivazione della Valerianella
- La semina viene di solito attuata a spaglio, ma è consigliabile seminare a righe distanti tra loro 8-15 cm. La quantità di seme impiegata per il tipo verde a cuore pieno, che ha seme piccolo, è in genere pari a 1 grammo per metro quadrato. Quantità superiori non sono consigliabili perché le piante tendono a espandersi sulla superficie delle aiole.
- Alcuni coltivatori addirittura non interrano il seme, ma colmano il solchetto di semina passando con un rastrello, così con una sola operazione accostano e comprimono il seme al terreno.
- Dopo la semina, specie nei periodi più caldi e asciutti e in assenza di precipitazioni, bisogna intervenire con limitate e, se necessario, ripetute quantità d’acqua fino a quando la germinazione è completamente avvenuta.
- Quando la pianta cresce si può effettuare un trapianto di diradamento. Immettiamo nelle buchette una buona dose d’acqua a temperatura ambiente.
- La valerianella è una delle colture più consigliabili da mettere a dimora sotto protezioni in piccole superfici. Sono sufficienti tunnel di modeste dimensioni (1-1,20 metri di larghezza per 1 metro circa di altezza) che possono essere collocati sulle aiole all’arrivo del freddo. Bisogna comunque prevedere, come di consueto, delle aperture, perché la valerianella ha bisogno di essere arieggiata.
- Nella maggior parte dei casi si utilizza la pianta intera: solo in alcune zone sono preferite le foglie tagliate. Dopo la raccolta si può mantenerla in frigorifero per diversi giorni senza che subisca particolari alterazioni.
E infine…eccovi una gustosissima ricetta con la valerianella
sono contenta di avervi trovato,date consigli molto ben spiegati,grazie ancora.