L’amore per la natura si ricollega alla stagione di un passato felice, vissuto nello spazio verde che dà il nome al racconto
Scritto da Elizabeth von Arnim, pseudonimo della romanziera britannica nata in Australia Mary Annette Beauchamp (1866-1941), la storia de Il giardino perduto è semplice: nel giorno di San Martino, una donna di nome Elizabeth decide, sull’onda della nostalgia, di “intrufolarsi” nel giardino tedesco della casa paterna – che lei non ha potuto ereditare in quanto donna – appartenente ora ai cugini, con cui lei non vuole intrattenere alcun rapporto.
Complice la nebbia, accede indisturbata al luogo felice della sua infanzia: “C’era un silenzio tale che avevo paura di muovermi; un silenzio tale, che potevo contare ogni goccia di umidità che cadeva dal muro trasudante; un silenzio tale, che quando trattenni il respiro per ascoltare, i battiti del mio cuore mi assordarono”.
Qui rievoca alcune figure importanti del suo passato, il cui ricordo è più vivido che mai: il nonno “tedesco” nella sua severità, il padre, un po’ più complice, per giungere infine all’istitutrice, un po’ comica. L’ultimo incontro è reale, una “magica e inquietante presenza in carne e ossa, una bambinetta saccente e indipendente chiamata proprio Elizabeth” come precisa d’Amico nella prefazione del testo.
Il giardino perduto è stato pubblicato a Boston nel 1900, in edizione di lusso e, in contemporanea è uscito a New York su una rivista, con il titolo The Pious Pilgrimage (Il pio pellegrinaggio).
In molte delle sue opere emerge la passione reale di Elizabeth per i giardini “ma può succedere – come dice Eduardo Rescigno – che affiori qualcosa che assomiglia alla visione di un giardino che non è mai esistito, e che tuttavia è profondamente radicato nei lontani ricordi della fanciullezza. Ed è a questo punto che Elizabeth… può immergersi in quel giardino che… ha sempre sognato, e che ora le è stato rapito da gente che immagina estranea… a quella visione della natura come esplosione di felicità che lei ha sempre sognato… Ma arriva il momento in cui una nuova presenza ti costringe a voltarti, e non resta che il tempo di sbattere il cancello, con disperazione, e fuggire”.
Il racconto Il giardino perduto è nato come inserto del Giardino di Elizabeth, ma è comunque un lavoro valido autonomamente in sé.
Il più importante elemento di novità è rappresentato dalla nazionalità – tedesca – della protagonista. Questo è un chiaro segnale di distacco da un racconto prettamente autobiografico: sia pur ispirato quanto si vuole a circostanze reali, Elizabeth è dunque un personaggio di fantasia.
Il giardino perduto è edito da Skira
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