Le mele cotogne sono sempre meno facilmente reperibili nei mercati. Ma questi frutti, dall’eccezionale profumo meritano di essere coltivati.

Le mele cotogne, frutti dell’albero Cotogno (Cydonia oblonga) appartiene alla Famiglia delle Rosaceae e Sottofamiglia delle Pomoideae, come il pero e il melo, ed è originario dell’Asia Minore.

Il frutto, infatti, appare come una combinazione dei due anche se notevolmente più grande in quanto può raggiungere comodamente i 15 cm di lunghezza. Particolarmente ricco di fibre, vitamina C, antiossidanti e magnesio, è molto aspro e acido anche quando maturo, raramente viene mangiato crudo.

È, invece, ideale per preparare confetture (sbagliato chiamarla marmellata dal momento che è marmellata solo quella che si fa con gli agrumi), gelatine di eccezionale aroma e piacevolissimo gusto.

La forma delle cotogne

A seconda della varietà i frutti del cotogno possono assomigliare alle mele oppure alle pere. Per questo motivo, seppur impropriamente, i primi vengono definiti “mele cotogne” e i secondi “pere cotogne” a seconda delle varietà e della forma dei frutti.

Quelli a forma di mela si definiscono “maliformi”, le altre “piriformi”. In genere le cotogne maliformi sono più apprezzate e più facilmente reperibili.

Tra le maliformi sono note e diffuse le:

  • Champion (frutti medio piccoli) ;
  • Portogallo (frutti medio piccoli, con costolature);
  • Tencara (frutti medi )
Champion

Mele cotogne varietà Champion

Me la cotogna varietà Portogallo

Tra le piriformi (I portainnesti sono gli stessi impiegati per il pero)

  • De Berecski (frutti medie dimensioni);
  • Di Smirne (frutti allungati) (3);
  • Giganti di Vranja (frutti grandi)
Di Smirne

varietà Di Smirne

Giganti di Vranja

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Come coltivare le mele cotogne

L’impianto delle mele cotogne si effettua d’autunno e forme più consuete di allevamento sono la palmetta libera, oppure a globo.

L’irrigazione è fondamentale per la produzione in presenza di terreni inerti o zone siccitose, altrimenti va fortemente ridotta. Scegliamo un luogo aperto che possa accogliere un albero alto fino a 4-5 metri di altezza: la chioma occuperà anche circa 2-3 metri di diametro. Il terreno dovrebbe essere sciolto, ma il cotogno può tollerare una certa umidità, quindi anche un terreno con scarso drenaggio può andare bene.

Il cotogno è autofertile, per cui si ottiene un raccolto di mele cotogne anche con una pianta sola. Un albero di cotogne dà frutti per circa 30 anni, ma ci vogliono circa 3-4 anni prima che inizi a produrre. I rami crescono naturalmente divaricati senza grandi incroci.

Terreno

Si adatta a diversi tipi di terreno a esclusione di quelli troppo calcarei. Si tratta di una pianta che predilige i climi caldi, fino a 500-600 metri d’altitudine.

Messa a dimora

Da novembre in poi, utilizzando piante innestate su portainnesto di melo e pero.

Irrigazione

Solo durante i periodi di siccità prolungati.

Raccolta

I frutti del cotogno si raccolgono da metà settembre a metà ottobre. I frutti sono pronti quando si staccano con facilità.

Malattie

Come tutte le pomacee può essere colpita dal Colpo di fuoco batterico (Erwinia Amilovora); importante malattia per il cotogno

Potatura

Ogni primavera, prima che la nuova crescita cominci, si potano eventuali rami secchi e quelli che toccano su un altro ramo (basta tagliare uno dei due). Nella potatura autunnale vanno eliminati rami che hanno già prodotto, succhioni e polloni, mentre si devono lasciare i rami di un anno e non si devono spuntare i rami posti orizzontalmente (in caso contrario andrebbe persa la produzione).

Durante i primi due anni conviene ridurre gran parte della nuova crescita mantenendo sull’albero 4 o 5 rami principali. Ciò contribuirà a ottenere le radici ben sviluppate, fornendo una buona base per la crescita futura. Dopo di ciò, lo si può lasciar crescere liberamente.

Concimazione

Le concimazioni prevedono l’impiego di un fertilizzante complesso, ma povero d’azoto, che può ridurre in maniera consistente la produzione di frutta.

Il cotogno ha radici poco profonde, per cui si sviluppa bene anche in contenitori di grandi dimensioni. Adatti al vaso sono i cotogni nani che presentano un albero piuttosto piccolo rispetto a molti altri alberi da frutto.

Le mele cotogne sono più morbide dopo la prima gelata, ma è anche più facile danneggiarli durante il prelievo per cui conviene raccogliere i frutti prima che ciò avvenga. Si vede che un frutto è maturo esaminandone il colore che deve essere di un bel giallo chiaro uniforme.

I frutti si possono conservare in frigo per una settimana o due, ma il loro forte aroma può essere fastidioso e alterare il sapore di altri cibi. Si può ovviare inserendoli in un sacchetto di plastica ben chiuso, fasciati singolarmente con carta.

Marmellata di mele cotogne (No!! Non si chiama marmellata, ma confettura)

Marmellata di mele cotogne

Il loro alto contenuto di pectina rende le cotogne ideali per confetture di vario tipo, a partire dalla famosa cotognata.

Ingredienti

  • 1 kg di mele cotogne
  • 400 g di zucchero
  • succo di limone non trattato

Preparazione

Tagliare le mele cotogne a metà asportando il torsolo. Metterle in acqua con succo di mezzo limone e cuocere per circa 15-20 minuti, per farle ammorbidire. Prelevare i pezzi, schiacciarli al passaverdure e mescolarli con lo zucchero. Porre le cotogne con lo zucchero in una casseruola e aggiungere il succo di mezzo limone.

Cuocere a fiamma moderata per circa 5-10 minuti o fino a quando la massa avrà raggiunto il grado di densità desiderato. Mescolare spesso. Quando il composto è ancora ben caldo, riempire i vasetti di vetro lasciando 1 cm dal bordo. La confettura di mele cotogne è pronta per essere conservata.

Si pongono i vasetti ben chiusi in un’ampia pentola con acqua (che deve coprire i vasetti) e si fa bollire per 20 minuti, al fine di sterilizzare il tutto. La confettura dura anche più di un anno.

Mele cotogne | Coltivazione del cotogno e confettura ultima modifica: 2017-08-29T08:00:38+02:00 da Faidate Ingiardino

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