Il cipresso dà un senso tutto italiano ai borghi e alle ville, crea barriere verdi e continue e si proietta, come pochi, verso il cielo

Il cipresso comune (nome scientifico Cupressus sempervirens), anche detto cipresso mediterraneo, è stato introdotto in Italia in epoca antichissima, forse dagli Etruschi, e si è in seguito straordinariamente diffuso diventando una stabile componente della nostra vegetazione. Sin dall’antichità il cipresso è considerato albero “funebre”, perciò usato in molte necropoli e fino ad oggi nei cimiteri, ma adorna anche i giardini di moltissime case e contribuisce alla bellezza incomparabile dei paesaggi toscani.

I cipressi (Cupressus) sono una specie arborea che può raggiungere 20 metri di altezza ed oltre. Il tronco ha una corteccia grigio bruna, con lunghe fessure; i rami sono eretti ed accostati al tronco nella varietà pyramidalis, distesi orizzontalmente nella varietà horizzontalis originaria della Turchia, dove forma estese foreste; viene usata in Italia per rimboschire terreni magri ed aridi.

La varietà “Stricta” è conosciuta anche come cipresso toscano.

Nei vivai e nei garden center troviamo un’ampia scelta di cipressi di varie altezze (cipresso in vaso) è conveniente acquistare piante alte da 1 a 2 metri che attecchiscono più facilmente delle piantine più piccole.

Frangivento naturale

La varietà da innesto è apprezzata per la sua forza e vigorosità e cresce velocemente (in 2-3 anni) fino a formare una siepe che, se ben potata e irrigata, sembra un vero e proprio muro verde che può essere lasciato crescere anche a grandi altezze. Spesso viene utilizzato in zone costiere come frangivento e simili con una piantagione in lunghe file a formare vere e proprie barriere.

I fiori maschili sono disposti in strobili giallastri, all’apice dei rametti. A maturità i coni (di 2-4 centimetri e più o meno rotondi) lignificano e le squame si aprono per lasciar cadere i semi.

Molto conosciuto il cipresso leyland, utilizzato per fare siepi.

Esiste anche la varietà di cipresso nano.

Impianto

Quando le piantine hanno raggiunto un’altezza di 20-25 centimetri, possono essere trapiantate in pieno campo (il cipresso in vaso soffre), ma conviene acquistare in vivaio piante alte almeno 1-1,5 metri che creano meno problemi di attecchimento.

Preparazione del terreno

La preparazione del terreno che dovrà accogliere le piante prevede alcune lavorazioni, allo scopo di eliminare le erbe infestanti e fornire un buon substrato di coltivazione alle piantine. Mentre interriamo le piante facciamo attenzione che le radici aderiscano bene alle particelle di terreno.

Le densità di trapianto variano a seconda della varietà e della funzione che l’impianto dovrà svolgere: i cipressi della varietà pyramidalis, crescendo in maniera stretta e contenuta, possono essere poste più vicine le une alle altre; anzi, volendo costituire una buona barriera frangivento o per il passaggio di animali, sarebbe opportuno disporre le piante a non più di un metro di distanza.

Se le piante sono disposte a formare una barriera o una recinzione, è più comodo disporre un impianto d’irrigazione lungo tutta la linea per effettuare l’innaffiatura di più piante contemporaneamente, altrimenti possono essere scavati dei canali in cui far scorrere ed accumulare l’acqua.

Per avere un buon effetto frangivento è necessario che le piante siano poste a minima distanza.

Per piantare uno o più cipressi si realizza una buca quadrata di almeno 1x1x 0,8 m, che si riempie fino a circa metà di terriccio per impianti arborei.

Le piante, tolte dal vaso, si depositano sul fondo ad una distanza di 50-70 cm una dall’altra, mantenendole ben in verticale.

Si ricopre lo scavo con altra terra mista a terriccio. Una media quantità di letame bovino aiuta nelle prime fasi di sviluppo. Inizialmente si irriga con una certa frequenza.

Annaffiature

devono essere effettuate con estrema regolarità poiché, nonostante sopporti bene periodi di siccità, necessita sempre di un terreno sufficientemente umido. È consigliabile concimare l’albero con stallatico maturo, principalmente nella stagione primaverile, ponendolo intorno al perimetro dell’albero stesso. Spesso, per mantenere il terreno umido, si rischia di fare poca attenzione a che sia perfettamente drenato.

Per tale motivo, si sviluppano frequentemente malattie fungine (cancro del cipresso) che si contrastano con prodotti specifici.

Potatura cipressi

La potatura cipresso va compiuta con attenzione. Si eliminano solo i rami più lunghi con una forbice a pettine o con le forbici da potatura manuali. La fioritura primaverile è poco appariscente.

Riproduzione

La riproduzione del cipresso avviene per semina durante la stagione primaverile oppure mediante talee: si prelevano talee che vanno poste a radicare in un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali. Si lasciano in un luogo caldo-umido per circa due anni e poi si pongono a dimora definitiva.

Come curare i cipressi

Le cure che è necessario fornire alle piante sono di due tipi:

  • l’eliminazione delle erbe infestanti, soprattutto nelle prime fasi della crescita, e gli apporti idrici. Una buona concimazione con letame maturo al momento dell’impianto è sufficiente ad assicurare un livello ottimale di fertilità, soprattutto nelle prime fasi dell’accrescimento, quando le piante ne necessitano maggiormente.
  • La lotta alle erbe infestanti può essere effettuata con lavorazioni superficiali del terreno (sarchiature o zappettature) o ricorrendo alla tecnica della pacciamatura con materiale organico. Gli apporti idrici sono indispensabili nel primo periodo dell’impianto: infatti, quando le piante avranno raggiunto una buona dimensione degli apparati radicali, la loro ottima capacità di resistere a lunghi periodi di siccità renderà superfluo il ricorso alle irrigazioni.

Malattie del cipresso

Oggi la specie è gravemente minacciata da una malattia crittogamica causata da Coryneum cardinale, diffusa in tutta Italia con particolare densità nelle regioni tirreniche. Si combatte con trattamenti a base di solfato di rame.

Spesso i cipressi vengono piantati a gruppi di tre in modo da costituire un insieme più corposo e visibile del singolo cipresso che ha forma stretta ed allungata.

Cipressi di San Guido

I cipressi che a Bólgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardâr

La celebre poesia del Carducci ha contribuito a nobilitare quest’albero che punteggia la campagna toscana e che fiancheggia molte strade di questa regione (ma non solo).
Il suo sviluppo allungato crea spettacolari prospettive e dà un forte senso di profondità visiva.

I cipressi più antichi

A Trebbiantico, in provincia di Pesaro, vi sono due cipressi molto grandi e molto vecchi. Sotto di essi c’è una casetta che nell’ottocento era un’osteria dove si ritrovavano i viandanti e gli artisti della zona. Ora i due alberi hanno quasi chiuso la porta con la loro mole. A fianco c’è un ospedale.

Cipresso (Cupressus) | Potatura e cure ultima modifica: 2017-10-27T11:41:52+02:00 da Faidate Ingiardino

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