Il cane della prateria è, contrariamente al suo nome, un roditore. Spopola su web, ma se si vuole pensare di adottarlo portando in casa, occorre fare un’attenta riflessione
Sguardo furbo, collo dritto e vigile, zampine impertinenti che sembrano voler comunicare qualcosa: è il cane della prateria. Questo tenerissimo roditore molto simile per fattezze fisiche alla marmotta, è detto anche “scoiattolo di terra” e delle marmotte ne è parente stretto. Pur essendo originari dello stesso ceppo familiare, hanno abitudini di vita e differenze importanti che ne condizionano lo stile esistenziale.
I cani della prateria, sono originari del nord America, mentre le marmotte sono europee. Vivono in comunità molto numerose e costruiscono dei veri e propri villaggi, amano la vita sociale e non vanno in letargo, a differenza delle cugine marmotte. Un altro mammifero simile per attitudini e stile di vita è il citello, anche lui scoiattolo di terra. Come le marmotte va in letargo o un simil letargo, ma per il resto è molto simile al cane della prateria.
Numerosi studi sono stati condotti per approfondire l’argomento in quanto negli ultimi anni si è diffusa la tendenza ad allevare e addomesticare sia cani della prateria che citelli. Gli studi sono mirati a conoscere più a fondo questi roditori da compagnia sia da un punto di vista comportamentale che sanitario. Nel loro habitat naturale sono organizzati in un sistema di vita sotterraneo, costruiscono labirinti di tane e numerose gallerie. Vivono aggregati e hanno zone diverse in cui identificano il nido, i dormitori e le zone per i bisognini.
Cane della prateria domestico: conviverci e allevarlo
Innanzitutto, è necessario specificare che per animale da compagnia intendiamo un compagno di coccole da allevare a livello affettivo. Ben diverso e lontano, il concetto di animale allevato a scopi funzionali come la caccia, la guardia o similari. Per stabilire se un animale può essere cresciuto a livello domestico, bisogna prima capire se l’essere umano è in grado di allevarlo in modo adeguato e di farlo stare bene.
La storia dei roditori da compagnia è abbastanza recente, rispetto ai tradizionali cane e gatto, e negli ultimi anni è cresciuta notevolmente. Criceti e porcellini d’india sono stati affiancati a conigli, topi di tante specie. Si pensa che la loro capacità di adattarsi ad ambienti differenti dal loro originale, sia spiccata, così come la loro indole sociale.
Convivere e crescere un cane della prateria o un citello è possibile ed è uno stimolo positivo, in quanto la loro natura vivace sicuramente rappresenta una compagnia. Bisogna però conoscere bene le loro attitudini e capire se sono compatibili con lo stile di vita dei genitori umani adottanti. Essendo animali selvatici, ovvero istintivi, umorali e indomabili, è difficile stabile un equilibrio che rientri nella routine. Se in un momento sono docili e coccoloni, in un altro potrebbero rivelarsi scostanti e morsicare.
La bellezza della natura si manifesta in loro in piena libertà di espressione. Se non hanno desiderio di essere accarezzati, lo dimostrano senza mezzi termini. È necessario essere consapevoli che un roditore selvatico ha necessità di essere compreso per quello che è, la sua natura non può essere alterata, sarebbe una forzatura malsana che lo farebbe soffrire.
Caratteristiche e curiosità sulla razza
La prima domanda che sorge spontanea è come mai la denominazione cane della prateria. Ci sono per caso delle affinità con i comuni cani? Esteticamente non si può proprio dire che somigli a un cane, piuttosto è simile alla marmotta e ha le dimensioni di un coniglio. L’unica cosa che fisiologicamente lo accomuna al cane è che sono mammiferi, niente di più.
La ragione del nome va ricondotta ad una errata interpretazione che ne fecero gli uomini che, nell’antichità, provenienti da est e diretti verso le praterie americane occidentali, dove erano collocate le colonie di questo roditori, non scorgendoli ma udendo il suono acuto che emettevano simile al latrato di un cane, credettero si trattasse di cani selvatici. Nella realtà dei fatti invece, il cane della prateria, assume un atteggiamento guardiano e allo scorgere di un pericolo in lontananza emette dei suoni che diffondono il segnale a tutta la comunità. In quell’epoca di migrazioni di cowboys, l’acuto è stato scambiato per guaito e il nome nel tempo è rimasto. È stato tramandato a tal punto che, quando gli studi sulla specie ne hanno catalogato l’anagrafica, anche il nome scientifico è rimasto Cynomys ovvero topo-cane.
Una curiosità che è meglio svelare è l’aspetto umorale condizionato dalle stagioni. Questi simpatici roditori selvatici, subiscono molto sbalzi umorali durante la stagione degli amori. I maschi vanno solitamente in calore tra novembre e febbraio; la reazione al calore è soggettiva, alcuni manifestano insofferenza e sono intrattabili, altri sono più mansueti. Tra di loro possono azzuffarsi oppure continuare la loro convivenza pacificamente. Conoscere i loro segnali e capire il loro umore è importante per l’equilibrio della famiglia. Come capita per gli umani, quando trasmettono cattivo umore, meglio lasciarli tranquilli; per loro natura non mordono mai con cattiveria o per aggressione. Queste specifiche necessità portano a dedurne che la mamma e il papà umani adottivi di questo animaletto è bene che siano persone adulte capaci di logica.
In Italia è attiva una associazione a cui potersi rivolgere per eventuali approfondimenti e per ricevere le informazioni del caso. Si chiama AICDP Associazione Italiana Cani Della Prateria.
I cani della prateria appertengono all’ordine dei Roditori e alla famiglia Sciuridae (Sciuridi); questo piccolo animale simile allo scoiattolo o alla marmotta, include diverse specie:
- Cane della prateria dalla coda nera (Cynomys ludovicianus), il più diffuso
- Cane della prateria dalla coda bianca (Cynomys leucurus)
- Cane della prateria di Gunnison (Cynomys gunissoni)
- Cane della prateria messicano (Cynomys mexicanus)
- Cane della prateria dello Utah (Cynomys parvidens)
In cosa consiste adottare un cane della prateria
Prima di prendere in considerazione l’adozione di un cane della prateria, è necessario porsi delle domande e valutare i diversi aspetti che ne conseguono per capire se il passo è fattibile oppure no. La maggior parte dei quesiti sono quelli che ci si pone di fronte a qualsiasi animale da adottare ma un conto è allevare un criceto in gabbietta e un conto è un grosso roditore selvatico.
Innanzi tutto pesare il tempo a disposizione da dedicargli. La vita frenetica ci tiene spesso lontani da casa e questa tipologia di animale soffre molto la solitudine. Ha bisogno di coccole e contatto fisico. Non è una pianta che si ciba, prende luce e sta bene.
Poi, valutare lo spazio disponibile per il suo alloggio e i suoi spostamenti; l’ambiente a lui ideale è un recinto esterno o una gabbia grande. In media un metro quadrato di dimensione per animale e minimo due ore al giorno di libertà di movimento per giochi e coccole.
Le risorse economiche sono fondamentali; bisogna valutare se si ha la disponibilità per sostenere cibo, cure mediche per tutto il corso della sua esistenza. Crescere un animale implica sempre dei costi, l’amore non basta. Meglio sedersi a tavolino con i familiari e condividere questi aspetti e impegni seri da sostenere prima di acquistare un animale.
Un altro aspetto molto importante è legato al rapporto con i bambini. In presenza di figli piccoli in casa è sconsigliato adottare animali selvatici. Non sono compatibili in quanto entrambi imprevedibili e poco coscienti. L’animale per indole e istinto, il bambino per ingenuità e poca consapevolezza di sé e dell’animale.
Infine, se si decidere di adottare il cane delle praterie, è meglio prenderne almeno due, in quanto sono animali abituati a vivere in gruppo e in solitudine non potrebbe vivere serenamente.
Alimentazione consapevole
L’alimentazione è uno dei parametri fondamentali per crescere un animale. I cani delle praterie sono erbivori. L’appetito in loro è frequente, mangerebbero di continuo e pare che questa loro smania sia legata alle condizioni di vita precarie in zone povere di cibo di cui sono originari. La loro alimentazione deve essere adeguata, con vegetali ad alto contenuto di fibre e composizioni specifiche. Prestare molta attenzione che i cibi per criceti, conigli e sementi per uccelli sono per loro dannosi.
Il sistema digestivo di un cane della prateria è molto efficiente ma una cattiva alimentazione con cibi grassi o granaglie può portarlo alla morte. Gli studi in materia hanno indotto ad una maggiore consapevolezza di cibi idonei e portato ad una estensione di longevità fino ai dieci anni.
L’indicazione è quella di nutrirli con fieno fresco e di qualità, non trattato con pesticidi. Anche erbe miste fresche sono molto gradite e salutari. Esiste in commercio del pellet specifico per questi roditori ma attenzione che sia composto esclusivamente da vegetali.
La casa ideale ad ospitare un cane della prateria.
I pelosetti che si desidera ospitare sono di natura curiosa, testarda e pur essendo molto intelligenti, non possiedo la capacità di capire dove sta il pericolo in una casa. L’ideale per accoglierli è costruire un recinto esterno. All’interno dell’abitazione invece, meglio se raccolti in una gabbia, con la possibilità di uscire da essa per fare un giretto, sempre sotto stretta sorveglianza. La distrazione può costare un buco profondo sul divano. Da buoni roditori infatti, demolire con i denti è la loro prerogativa, non bisogna aspettarsi che capiscano che “non bisogna mordere”! Per la gabbia, l’indicazione di un metro quadro calpestabile a roditore è una linea guida e bisogna considerare che siano correttamente alloggiati elementi anticaduta, bottiglietta con acqua specifica, cibo e nido.
Un suggerimento utile, mai sottovalutare la loro intelligenza, sono degli ottimi osservatori e hanno la capacità di aggirare gli ostacoli in modo arguto e agile, mai fidarsi!
Differenza tra cane della prateria e citello.
Per la loro grande somiglianza e caratteristiche comportamentali analoghe, spesso vengono accomunati o confusi. Non di rado, persone convinte di aver acquistato un cane della prateria portano a casa un citello domestico.
Sono entrambi animali vertebrati, mammiferi e roditori. A livello fisiologico, il citello a differenza del cane della prateria, entra in una sorta di letargo. Non è un vero e proprio sonno profondo ma rallenta di molto la sua attività durante l’inverno e sonnecchia spesso.
Nel loro aspetto qualche differenza si scorge: il cane della prateria è di colore marrone dorato o marrone rossastro. La sua grandezza varia dai 27 cm ai 38 più la coda. Il peso parte da 750 fino ai 1800 grammi.
Il citello invece, ha un colore marrone scuro o grigio, la sua grandezza media oscilla fra i 23 e i 30 cm più la coda. Il peso parte dai 450 fino ai 1000 grammi. Riassumendo, il citello è più piccolo fisicamente e più scuro di pelo. Un altro aspetto legato al colore che li differenzia è la coda: il cane della prateria ce l’ha nera solo sulla punta, mentre il citello l’ha scura per tutta la lunghezza.
Quando sono cuccioli e si devono ancora sviluppare, non è semplice cogliere queste differenze; in un negozio di animali non è possibile visionare i genitori ma se ci si reca in un allevamento e si visionano i parenti stretti è immediato il riconoscimento. Un indicatore è il prezzo di vendita che risulta essere più alto per i cani della prateria, essendo più rari da reperire ed avendo una longevità diversa: in media costano tra i 300 e i 400 euro, con una aspettativa di vita fino a 10-12 anni; il citello invece, viene venduto con un prezzo tra i 100 e i 150 euro con una vita fino ai 5-6 anni.
Anche le vocalizzazioni sono diverse se le si ascolta attentamente: il cane della prateria emette un acuto che si può letteralmente trascrivere in Yiiiiip oppure emette un latrato simile a un cane. Il citello invece sembra cinguettare e fischiare.
Adottare un cane della prateria, procedura e allevamenti
Esistono un paio di modi per poter acquistare un cucciolo di cane della prateria. Il primo è il negozio di animali, dove generalmente vendono esemplari in eccesso provenienti dalle colonie stabili che esistono in molti zoo in nord Europa. Il secondo è rivolgersi ad un allevamento, molto recenti come costituzione in quanto in Italia non c’era molta richiesta fino a qualche tempo fa. L’indicazione se si è interessati ad adottare è quella di rivolgersi sempre e solo a fonti certe, che garantiscono la salute e le norme igieniche necessarie.
Il contrabbando di animali, anche nel caso di questi roditori, ha rappresentato una battaglia ardua per debellare il fenomeno; da qualsiasi negoziante è necessario richiedere la certificazione che l’animale provenga da un allevamento europeo.
Le maggiori fonti di distribuzione e negozi zoo hanno aderito alle condizioni che l’associazione AICDP ha dettato e anche i limiti di prezzo da rivolgere ai compratori. Rivolgersi all’associazione per conoscere i riferimenti di allevatori qualificati è una buna idea per adottare in sicurezza un animale sano e pagare un costo adeguato.
Non sono animali che richiedono vaccinazioni, è indicato comunque sottoporli a visite periodiche di controllo, la prima subito dopo l’acquisto, insieme ad un esame specifico per le feci, al fine di verificare la presenza o meno di parassiti intestinali o coccidi.
Il consiglio generale se si decide di allargare la famiglia accogliendo un animale è di accertarsi bene che ci siano le condizioni favorevoli per allevarlo e crescerlo. L’impegno c’è e fra pulizia della gabbia, alimentazione e veterinario, è a tutti gli effetti un coinquilino da accudire amorevolmente. Il suo affetto ripaga di tutto e la sua sensibilità conquista il cuore. Richiede protezione, affetto e costanza per anni, un rapporto per cresce insieme ad un tenero compagno di vita.
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