Il pungitopo, un sempreverde molto diffuso

Ampiamente diffuso su tutto il territorio italiano ed europeo, il pungitopo è la denominazione comune del Ruscus aculeatus, una delle poche specie del genere Ruscus. 

Questa tipologia di pianta ha un portamento arbustivo con una dimensione piuttosto contenuta al di sotto dei 100 cm, spesso infatti le ramificazioni, crescendo, si ripiegano sul terreno formando un fitto intreccio denso. La peculiarità del pungitopo risiede nelle false foglie, dette cladodi, che in realtà sono adattamenti del fusto di forma ovale che rimangono verdi per tutto l’anno, conferendole di fatto la sua tipica particolarità sempreverde.

 

L’utilizzo che ne è stato fatto negli anni ha portato il pungitopo ad essere classificato come pianta a rischio di scomparsa, tuttavia in molte zone non alterate dall’uomo non solo è molto diffuso al di sotto dei 600 metri d’altezza (nonostante sia molto rustico), ma è spesso utilizzato e definito pungitopo natalizio, grazie alle sue bacche rosse utilizzate come ornamento per le feste. 

Fiori e frutti del pungitopo

Il pungitopo a primavera produce dei piccolissimi ma piacevoli infiorescenze sui cladodi, le “false” foglie della pianta.  Essendo una pianta dioica, affinché si generino i frutti, servono un genere maschile e uno femminile. In seguito all’impollinazione, dai fiori iniziano a formarsi delle bacche dalla colorazione rossa intensa che rimangono sulla pianta per tutta la stagione invernale, finché poi non cedenti nei mesi successivi. In ogni bacca sono contenuti circa 2-3 semi.

Pungitopo coltivazione

Il terreno ideale per il pungitopo

In natura è possibile trovare il pungitopo generalmente nel sottobosco delle zone temperate, specialmente quelle del bacino del Mar Mediterraneo, sebbene sia abbastanza frequente “scovarlo” anche nell’entroterra appenninico. Il terreno ideale su cui cresce è leggero, ricco di materia organica e tendenzialmente acido. Non a caso, quando lo si coltiva in vaso, è preferibile utilizzare il terriccio indicato per gli agrumi e della torba per regolare il pH.

Essendo una pianta forte non richiede accorgimenti particolari, l’importante è però evitare il ristagno idrico per cui bisogna assicura un ottimo drenaggio sia in piena terra che in vaso.

Esposizione del pungitopo

La facilità della coltivazione del pungitopo è data sicuramente dalla sua elevata tollerabilità al clima in cui cresce. Per quanto riguarda l’esposizione in cui deve essere collocata questa pianta non esistono particolari attenzioni, poiché sopporta facilmente sia il sole diretto che l’esposizione all’ombra. Tendenzialmente i migliori risultati si ottengono in mezz’ombra, in modo che possa godere della luce senza riportare scottature durante i periodi caldi.

Essendo inoltre molto resistente, anche se collocato in piena ombra, non teme il gelo e l’umidità: pertanto si tratta di una pianta perfetta per qualsiasi ubicazione in giardino o anche per le finestre di casa esposte a Nord.

Pungitopo potatura e concimazione

Come e quando potare il pungitopo

Non avendo una crescita eccessivamente vigorosa, non richiede interventi di potatura frequenti, anche se talvolta possono rivelarsi utili sia per contenere le ramificazioni della pianta, sia per incentivarne la crescita.

Prima di potare è bene premunirsi di guanti adatti poiché le foglie finte sono provviste di un’estremità acuminata simile ad uno spino che può procurare graffi alla pelle, poi si procede: con una cesoia affilata a primavera si possono eliminare i fusti vecchi e deboli così da lasciare spazio ai germogli nuovi. In questa fase si possono anche accorciare le ramificazioni più ampie.

 

Nel periodo autunnale, invece, si può eseguire una leggera potatura di contenimento per riordinare le piante e prepararle per l’inverno. Un pungitopo in vaso può essere potato maggiormente per favorire l’emissione di ulteriori getti e per mantenere una forma ordinata e pulita.

L’annaffiatura delle piante di pungitopo

La rusticità del pungitopo si riflette anche sul bisogno di annaffiature. In genere è una pianta che non necessita di grandi quantità di acqua, soprattutto se coltivata in piena terra, dal momento che la sua collocazione nel sottobosco o in mezz’ombra le permette di godere costantemente del giusto grado di umidità. Si può annaffiare 1-2 volte a settimana nei periodi caldi, mentre per le piante in vaso la quantità può essere maggiore in relazione all’esposizione. L’ideale sarebbe comunque mantenere il terreno leggermente umido ma mai eccessivamente bagnato.

Quando concimare e propagare questa pianta

La concimazione del pungitopo è un intervento da fare con regolarità soprattutto per quanto riguarda le piante giovani o quelle in vaso. Durante la stagione primaverile si può optare per un concime liquido da somministrare tramite le annaffiature, mentre in autunno, bisogna intervenire con un concime a lenta cessione, come quello granulare, da spargere direttamente sul terreno. È fondamentale segnalare la procedura indicata sulle confezioni poiché non richiedendo normalmente la fertilizzazione, potrebbe riportare danni all’apparato radicale in caso di trattamenti eccessivi.

Come propagare il pungitopo

Esistono tre modi differenti per propagare il pungitopo:

la divisione dei rizomi;

– la produzione di germogli;

la semina.

Sia all’inizio della primavera sia durante l’autunno è possibile moltiplicare il pungitopo dividendo i rizomi sotterranei con una lama affilata e ben pulita. Basta raschiare superficialmente il terreno per trovare le radici della pianta e iniziare la divisione, in seguito con una forca o con una pala si può estrarre la nuova pianta.

Un sistema più semplice è la separazione dei germogli che si formano attorno alle piante adulte mentre decisamente meno vantaggiosa è la semina. L’utilizzo dei semi infatti richiede molto tempo per la crescita della pianta per cui solitamente è il metodo meno preferito.

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Parassiti e malattie del pungitopo

Essendo una pianta molto resistente anche dal punto di vista dei parassiti, la sua coltivazione è adatta anche ai non esperti di giardinaggio. Al contrario, se trascurata, può sviluppare delle patologie come il marciume radicale in relazione alla sua poca tollerabilità nei confronti di un drenaggio non efficiente. L’eccesso di acqua può causare la marcescenza dell’apparato radicale e, di conseguenza, la morte della pianta stessa.

Per evitare questo problema si può aggiungere della ghiaia al terriccio disponendone uno strato alla base oppure utilizzare l’argilla espansa in sfere che non solo alleggerirà il terreno ma favorirà anche il deflusso dell’acqua in eccesso.

Pungitopo e agrifoglio: come distinguerli

Nonostante il pungitopo e l’agrifoglio vengano confusi spesso, già ad una prima osservazione è possibile individuarne le differenze. La caratteristica più evidente riguarda le foglie, molto diverse tra loro anche nella forma. Un altro aiuto per la classificazione è dato dalle bacche, che nel pungitopo si formano sui cladodî, mentre nell’agrifoglio vengono generate sulle ascelle fogliari spesso in mazzetti.

Per quanto riguarda il portamento, l’agrifoglio può raggiungere anche altezze notevoli essendo un vero e proprio albero. Per quanto riguarda le proprietà contenute all’interno delle bacche, infine, l’agrifoglio risulta potenzialmente letale per l’essere umano in caso di ingestione di circa una ventina di frutti.

L’utilizzo del pungitopo in cucina

Spesso il pungitopo viene assimilato al più comune asparago sia per quanto riguarda la raccolta sia per quanto riguarda l’utilizzo in cucina. Solitamente la parte edibile è il germoglio o turione, che viene reciso a primavera non appena spunta dal terreno, anche se alcuni preferiscono addirittura scavare per raccogliere queste prelibatezze quando ancora hanno una colorazione biancastra, indice di tenerezza e di sapore delicato.

Se raccolti troppo tardi risultano, al contrario, legnosi e ricchi di fibre. I turioni vengono cotti in abbondante acqua e aceto per eliminare parte del gusto amaro che li caratterizza e poi vengono conservati in barattolo oppure anche saltati in padella e serviti con carni, pesce, riso o uova.

Pungitopo proprietà

Studi e tradizioni popolari hanno dimostrato come questa pianta sia dotata di incredibili proprietà diuretiche dal momento che stimola la produzione di urina e l’eliminazione dei liquidi in eccesso con le tossine presenti nel corpo. Per questa ragione, risulta efficace contro il calcolo renale oppure contro la comune cistite.

I principi attivi in esso contenuti lo rendono inoltre un ottimo vasocostrittore dei capillari poiché ne rinforza sensibilmente le pareti e, inoltre, favorisce notevolmente la circolazione del sangue soprattutto se venosa.

Pungitopo natale: curiosità

Come si può intuire dal nome stesso, il pungitopo era utilizzato per tenere lontani i topi e i ratti dalle dispense dei contadini. Raccolti i rami e disposti attorno alle forme di formaggio, al pane o alle farine, i fusti spinosi fungevano da deterrente per i roditori che volevano cibarsi delle provviste per l’inverno. Da questo impiego deriverebbe la caratteristica denominazione.

Un altro utilizzo era come materiale per costruire scope grazie all’elasticità e alla durevolezza dei fusti che difficilmente si rompono anche se essiccati. Trova inoltre grande spazio all’interno delle fiorerie per la creazione di composizioni floreali originali oppure durante i periodi natalizi in cui diventa il protagonista nelle ghirlande e nelle corone vegetali anche grazie alle sue bacche rosse. Secondo le varie tradizioni europee e italiane, questa pianta sarebbe da considerarsi un porta fortuna al pari dell’agrifoglio e del vischio, simboleggiando un augurio di fortuna e di fertilità.

Pungitopo | Non solo per il Natale! ultima modifica: 2017-12-05T10:54:22+01:00 da Claudia Cazzulo

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