Il biolago è contemporaneamente una piscina biologica, biopiscina e un giardino acquatico in cui le piante, l’acqua e il sole, formano un piccolo ecosistema in grado di depurare l’acqua senza uso di sostanze clorate e costose apparecchiature
Il biolago parte dall’imitazione della Natura per riprodurre un piccolo ecosistema artificiale in cui le piante, il sole e l’acqua mettono in moto un ciclo di energia naturale e collaborano a depurare la preziosa risorsa dell’acqua: in essa, così rigenerata, è piacevole immergersi, nuotare e giocare senza che l’uso di sostanze clorate ne alteri la percezione sulla pelle e copra i profumi del giardino.
Le piante sono elemento essenziale per la loro capacità di combattere l’inquinamento. È nota la loro funzione di purificare l’aria producendo ossigeno mentre assorbono CO2 (anidride carbonica), meno è invece conosciuta la capacità degli organismi vegetali di depurare l’acqua, su cui si basano tutte le tecniche di fitodepurazione.
Fitodepurazione
Le tecniche di fitodepurazione si basano sulla proprietà naturale di alcune piante di depurare l’acqua, filtrando e modificando una serie di sostanze che porterebbero all’imputridimento. Gli impianti di fitodepurazione riproducono l’habitat delle zone umide in ambiente controllato. Le caratteristiche biotecniche sono state negli ultimi anni studiate e gli impianti vengono impiegati per depurare reflui domestici e per realizzare biolaghi. Un’attenta progettazione botanica riesce a integrare in bellezza un impianto tecnico, trasformandolo in un notevole arricchimento dell’ambiente.
Lo studio degli ecosistemi naturali ha messo in luce che tutto l’apparato vegetale delle piante acquatiche e di palude collabora con l’ambiente circostante come un piccolo laboratorio chimico e fisico vivente: mentre l’energia solare, tramite la fotosintesi clorofilliana, fa crescere la parte aerea verde della pianta, le radici, che si sviluppano in ambiente saturo di acqua, generano un ambiente biochimico in cui i microrganismi metabolizzano quelle sostanze inquinanti che, come il fosforo e l’azoto, se non fossero assorbite dalle piante come nutrimento, andrebbero a disperdersi nei fiumi causando un fenomeno chiamato eutrofizzazione, che porta all’asfissia dei pesci per mancanza di ossigenazione ed eccessivo sviluppo di alghe.
La capacità delle piante di fungere da filtro naturale per combattere l’inquinamento ha fatto sì che si mettessero a punto vari sistemi di fitodepurazione impiegati nella realizzazione di un biolago balneabile o di una biopiscina.
Come funziona il biolago
Nel biolago si distinguono due zone : l’area balneabile e l’area di rigenerazione dell’acqua, in cui le radici delle piante, che si sviluppano nel substrato di ghiaie delimitato da pietre, svolgono la funzione di filtro e depurazione. Le piante, appartenenti alle specie acquatiche e palustri, hanno una grandissima varietà di fioriture, colorazioni e possibilità di integrarsi con le aromatiche presenti in tutti i giardini. Nella progettazione vengono comunque distinte per le loro caratteristiche peculiari in sommerse, radicate galleggianti, radicate emergenti.
Generalmente l’area delle piante acquatiche circonda il bacino balneabile, in altri casi si possono avere due o più bacini collegati da un sistema a ruscello o a cascata attraverso cui l’acqua depurata riconfluisce nella vasca e, tramite un sistema di pompaggio a circuito idraulico chiuso, l’acqua aspirata viene reimmessa nei bacini filtro.
È molto importante che il flusso sia in continuo movimento: le piccole cascate riossigenano l’acqua, che viene sterilizzata anche dai raggi solari. In questo modo si impedisce la stagnazione e l’intorbidimento. Una particolare attenzione è dunque richiesta sia nella progettazione sia nell’uso delle zone piantumate, che vanno protette dal calpestio. A questo scopo vengono predisposti camminamenti realizzati con pietre naturali o piccoli pontili in legno per prendere il sole o tuffarsi.
Il biolago raggiunge il suo equilibrio fisico e biologico in un anno o due anche se è fruibile appena ultimata la costruzione. Nel tempo, l’habitat botanico e acquatico potrà sviluppare il suo ciclo e variare nel corso delle stagioni. Se da maggio a ottobre la vegetazione esprime al massimo la sua bellezza, nella stagione invernale non saranno necessari né svuotamenti né coperture.
Il biolago richiede una propensione a vivere in stretto contatto con la natura e chi è abituato ad acque asettiche e clorate potrebbe trovarsi a far la conoscenza con una microfauna in un’oasi di biodiversità che per i bambini sarebbe una fonte di grande divertimento e susciterebbe curiosità.
Come si realizza un biolago
Per la realizzazione vengono impiegati materiali naturali e reperibili localmente come pietra, ghiaia e piante.
È necessario far eseguire una valutazione preventiva di tipo geologico, soprattutto in aree collinari o terreni in pendenza, scegliendo l’ubicazione ottimale per il soleggiamento, l’ombra e la protezione da forti venti.È consigliabile distanziare il bacino di almeno otto metri da grandi alberature che potrebbero invadere l’area con radici e caduta di rami e foglie.
I materiali lapidei (pietre naturali, ghiaia e ciottoli) e le piante acquatiche di diverse specie, adatte a un dato clima, fanno sì che ogni biolago sia un esemplare unico, che varia secondo il contesto e le stagioni.
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