Dopo un gennaio piuttosto caldo su tutta la penisola, il freddo di matrice siberiana di fine febbraio e metà marzo ha compromesso lo sviluppo di molte verdure e di piante già in fiore
La primavera ancora non sa da fare. I primi giorni che segnano l’inizio della bella stagione appaiono ancora molto freddi, con tarde gelate mattutine che hanno sensibilmente minacciato lo sviluppo di verdure e ortaggi coltivati nei campi e le prime piante in fiore in molti giardini. Questo perché si è verificato, da un punto di vista meteorologico, un fatto quasi eccezionale: la rottura del vortice polare. Tale fenomeno atmosferico ha letteralmente permesso alle fredde correnti artiche di “invadere” tutto il continente europeo, con temperature minime che al 20-21 marzo, in pianura e in tutta Italia, segnano ancora gradi sotto zero.
Piante gelate
Tuttavia, l’allarmismo di questi giorni deve essere contenuto: le tarde gelate primaverili sono sempre esistite. L’unica osservazione che ha fatto Coldiretti, associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, è sul periodo, troppo prolungato, di freddo persistente: “Il gelo invernale ha spaccato cortecce, bruciato le gemme e spogliato dalle foglie almeno 25 milioni di piante di ulivo dalla Puglia all’Abruzzo sino al Lazio: e più aumenteranno i gradi sotto zero, peggio sarà per molti raccolti”. E il caso più preoccupante è nella Sabina, dove è stata richiesta la proclamazione di calamità naturale.
“Non solo è andato perduto il raccolto di olive dell’anno ma in molti casi – sottolinea Coldiretti – sarà necessario sostituire alcune piante: questo significa che ci vorranno anni prima che si torni effettivamente a produrre”. A rischio, però, non sono solo gli ulivi. Le temperature rigide hanno aumentato il rischio di raccolta di tutte le coltivazioni invernali: cavoli, verze, cicorie e broccoli. E di tante piante già in fiore e dei tipici bulbi primaverili, i quali rischiano di deperire prematuramente.
La migliore ripresa? Ci sarà quando le temperature minime torneranno nella media del periodo, anche in caso di periodi piovosi. È forse uno dei primi casi in Italia, dopo gli anni storicamente caldi del 2000, che entro inizio del mese di aprile saranno pochissime le piante e gli alberi che porteranno il primo timido fogliame. Un caso insolito per un inizio di primavera… quanto meno, ci permettiamo di segnalare, piuttosto anomalo.
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