Il vero terreno si crea solo dove ci sono molto ossigeno, acqua dolce e particolari organismi che ne formano la struttura. Tuttavia, il mare può offrire fango e sabbia in abbondanza…
È costoso recuperare terra dal mare, ma dà buoni risultati. Innanzitutto, è bene chiarire un aspetto: il mare non produce terreno. Quando si recupera terra del mare, però, la si può trasformare in suolo agricolo produttivo. In alcuni paesi, come i Paesi Bassi, questo recupero è stato portato a livelli molto alti. Ma i tempi di recupero sono tantissimi: ben 20 anni!
Dal mare alla terra in 20 anni
La terra che si vuole ricavare è circondata da terrapieni. L’acqua di mare è pompata via, lasciandone quanto basta perché una draga (una piccola imbarcazione equipaggiata per scavare sott’acqua) possa scavare una rete di canali di drenaggio del fango.
Una volta creati i canali, gran parte dell’acqua rimasta è pompata via, lasciando un’area di fango esposto sotto un sottile strato di acqua noto come polder. Dal polder si pompa via l’acqua finché il livello di sale non è sceso tanto che si possono seminare canneti. I semi delle canne sono fatti cadere nel polder da un piccolo aereo che lo sorvola. Quando le canne si sono stabilite, le radici riempiono la miscela di fango e sabbia e il livello del sale continua a scendere. Dopo circa 3 anni, i canneti sono bruciati e la cenere fertilizza il terreno che emerge.
Le conclusione
Ciò che rimane dei canneti è arato insieme al terreno e si aggiunge solfato di calcio sotto forma di gesso. Questo riduce ancora il sale e fa sì che il nuovo terreno formi piccoli grumi (processo chiamato flocculazione), che lo rendono più assorbente e accessibile alle radici, all’aria e alla pioggia.
A questo punto la terra potrà sostenere qualche coltura e, dopo altri quindici anni, sarà un perfetto terreno agricolo.
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