La Monarda didyna, più conoscita con il nome di fiore del Bergamotto è una pianta poco diffusa. Offre ottime opportunità per abbellire un angolo di un giardino o arricchire bordure e aiuole, inoltre ha interessanti proprietà
La Monarda didyma appartiene alla famiglia delle Lamiaceae. Nel gergo comune viene chiamata con moltissimi nomi: fiore del Bergamotto, menta selvatica, menta dei cavalli, balsamo delle api o té di Oswego.
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In Italia è una pianta non molto conosciuta e sviluppata; trova collocazione nei giardini degli appassionati o nei parchi naturalistici.
Coltivazione
Esposizione
La Monarda didyma ha un buon spirito di adattamento; ama i luoghi soleggiati ma cresce senza particolari problemi anche in zone semiombreggiate. Non apprezza il caldo eccessivo e tollera molto bene il freddo. In luoghi dove si prevedono estati molto calde, deve essere posizionata in punti parzialmente all’ombra per evitare il contatto diretto con la luce del sole.
Tipo di terreno
Anche in questo caso il “fiore del Bergamotto” non ha particolari richieste sviluppandosi in qualsiasi terreno. Per avere risultati di crescita ottimali, è meglio utilizzare terreni soffici, ben drenati e con un’alta concentrazione di sostanze organiche. Prima di mettere a dimora le piante è consigliabile mescolare il terreno con concime organico maturo e terriccio di foglie.
Irrigazione
L’annaffiatura deve essere regolare e avvenire ogni 3-4 giorni durante tutto il periodo che va dall’inizio primavera fino al termine dell’autunno. L’importante è evitare di lasciare il terreno asciutto per troppi giorni consecutivi. Controllare anche che il terreno abbia un buon drenaggio in modo da non formare pericolosi ristagni idrici. Durante la stagione invernale la pianta va in riposo vegetativo e l’irrigazione va quindi sospesa.
Concimazione
Durante la primavera e l’estate è necessario somministrare del concime liquido per piante da fiore. La frequenza dev’essere di una volta al mese utilizzando dei prodotti ad alto contenuto di azoto, potassio e fosforo. A partire dall’autunno e durante tutto il periodo di riposo vegetativo, è sufficiente distribuire un fertilizzante granulare a lenta cessione, facendo attenzione che abbia un basso contenuto di azoto.
Propagazione
Le due tecniche per la riproduzione della Monarda didyma sono la semina o la divisione dei cespi. Essendo una pianta particolarmente robusta ed invadente, il metodo più utilizzato è la divisione che permette contemporaneamente di creare nuovi esemplari e di tenere sotto controllo i vecchi.
Fioritura
La fioritura avviene da luglio a settembre. Le inflorescenze sono abbondanti con forme ad ombrello di grosse dimensioni. I fiori sono particolarmente profumati con brattee di colore rosso, rosa o bianche.
Malattia e cura
Due sono le minacce che potrebbero colpire un esemplare di Monarda didyma: il mal bianco o oidio e gli afidi.
Nel primo caso si tratta di un fungo che si sviluppa sul fogliame dando vita ad una specie di muffa di colore bianco. In realtà è il micelio che si propaga rapidamente togliendo nutrimento alle foglie e portando alla loro morte e caduta. Una possibile causa potrebbe essere un’eccessiva umidità e la creazione di un ambiente a pH acido, che favorisce la proliferazione del fungo. È importante svolgere un’azione preventiva osservando le piante ed intervenendo subito nel caso si notino i primi sintomi. Un buon metodo per prevenire la formazione dell’oidio è utilizzare una sostanza alcalina a base di bicarbonato di sodio da nebulizzare sul fogliame.
Gli afidi conosciuti anche come pidocchi delle piante, sono un problema abbastanza comune. Per poterli eliminare esistono molte soluzioni completamente naturali da applicare sulle piante sotto forma di spray. Si interviene spruzzando la sostanza direttamente sulle zone infestate dagli afidi. Un rimedio molto efficace è aggiungere all’acqua dell’olio di cannella che si può trovare facilmente in erboristeria. Anche un decotto all’aglio può essere un’ottima soluzione; una volta preparato, utilizzando 500 ml di acqua e uno spicchio d’aglio, si spruzzerà direttamente sugli insetti. Altri alimenti consigliati sono l’equiseto, il pomodoro, la cipolla e lo spray al peperoncino, che rappresenta un ottimo repellente naturale contro un po’ tutti i parassiti.
Utilizzo e proprietà delle foglie
L’impiego di questa pianta in Italia è molto limitato. Nonostante sia una pianta che offre ottime opportunità per abbellire un angolo di un giardino o arricchire bordure e aiuole, è una specie poco diffusa. I fiori possono offrire un’ottima decorazione per balconi, terrazzi o antichi caseggiati dove il colore rosso dei petali bene si contrappone al grigiore delle pietre.
Le foglie della Moranda didyma contengono molte sostanze benefiche che possono dare sollievo nel caso di disturbi digestivi o di flatulenza. Possiede anche proprietà diuretiche e può agire da febbrifugo ed espettorante: da utilizzare per liberare le vie respiratorie in caso di influenza, tosse e raffreddore. In queste situazioni è consigliabile preparare un infuso utilizzando qualche foglia di Bergamotto.
Tutte queste proprietà corroboranti le ritroviamo anche nel famoso tè di Oswego che ha un sapore molto simile al tè cinese. Il nome deriva dalle tribù di nativi americani che utilizzavano le sue foglie per la preparazione di un infuso. Successivamente con la colonizzazione dell’America del nord, il tè di Oswego fu portato anche in Europa e oggi è particolarmente diffuso in Inghilterra dove si apprezzano le sue qualità medicamentose. Dalla pianta può essere ricavato anche un ottimo olio essenziale con buone proprietà antimicotiche, antinfiammatorie e antibatteriche; molto valido anche come tonico per i capelli.
In cucina si possono utilizzare le giovani foglie e gli apici, sia crudi che cotti, per dare sapore alle ricette o per aromatizzare le bevande.
Dai fiori si ricava un’essenza chiamata monardina che trova largo utilizzo in cosmetica nella preparazione di profumi.
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