La patata fu portata in Europa alla fine del XVI secolo dai Conquistadores, che la chiamavano “l’oro degli Incas”
Per lungo tempo la patata fu considerata solo una curiosità botanica, ritenuta addirittura velenosa; in effetti è leggermente tossica se non conservata correttamente. Col tempo, grazie alla facilità di coltivazione e al breve ciclo di produzione, si diffuse rapidamente e divenne la base dell’alimentazione di molti popoli. Appartenente alla famiglia delle Solanaceae, il suo nome “botanico” è Solanum tuberosum.
Patata tubero
Esistono diverse varietà di questo tubero, tutte diverse dal colore o dalla forma della buccia, e sono indicate per diversi usi in cucina. Ha un alto contenuto di carboidrati, presenti principalmente sotto forma di amidi: una piccola parte di tali amidi è resistente agli enzimi dello stomaco e raggiunge l’intestino quasi intatta, con effetti fisiologici pari a quelli delle fibre alimentari. Le patate sono inoltre fonte di vitamine B e C e minerali, soprattutto potassio.
Coltivazione
Tempi di coltura
Le varietà precoci di questo tubero, piantate a febbraio, si consumano come patate novelle, tra maggio e giugno; quelle semiprecoci, piantate alla fine di marzo, sono pronte tra luglio e agosto, mentre le tardive si piantano in aprile e si raccolgono a settembre. Una volta ben asciugate, si possono conservare in casse, in luogo buio e riparato dal gelo.
Semina
La patata da semina hanno molti “occhi”, da cui nasceranno i germogli; prima di seminarle si tagliano a pezzi, in modo che ciascun pezzo conservi almeno un “occhio” e si posizionano in solchi profondi 15/20 cm, a distanza di 30/40 cm e con i germogli verso l’alto. Si ricoprono i solchi, lasciando un colmo di terra tra uno e l’altro.
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