Il gatto è l’animale che si adatta più facilmente alla vita in casa, anche se conserva molte caratteristiche dei felini selvatici; ecco alcuni consigli per i primi approcci
Allevare un gatto è meno complicato rispetto a un cane: è un animale piuttosto indipendente, discreto, non soffre se lo lasciamo solo in casa per diverse ore, non ha bisogno di essere portato fuori perché gli basta una lettiera e dedica molto tempo alla pulizia “personale”. C’è chi sostiene che la presenza di un gatto contribuisca ad alleviare lo stress e che sia molto più sensibile di un altro animale (e di una persona) a situazioni potenzialmente pericolose, come fughe di gas o imminenti terremoti. Non è comunque una scelta da fare a cuor leggero: bisogna accettare di preoccuparsi per la sua salute, mettergli a disposizione alcuni accessori e invogliarlo, senza pretendere di ammaestrarlo, a usarli. Difficilmente, infatti, accetta ordini e istruzioni: dobbiamo considerarlo un nostro convivente e comportarci in modo che “scelga” di agire secondo una certa logica. Teniamo presente che durante il giorno passa molto tempo a dormire, per cui di notte è facile che giri per casa, anche se lo fa in modo abbastanza silenzioso. Il gatto ama osservare di nascosto le nostre azioni quotidiane: quando siamo in casa è facile scoprirlo accoccolato sul punto più alto di un mobile per avere pieno controllo della scena. Se ha la possibilità di entrare e uscire da casa, teniamo sotto controllo il suo comportamento, in quanto ci può segnalare la presenza di parassiti che possono avere ripercussioni anche gravi sulla sua salute.
Le vaccinazioni consigliate
- Herpesvirosi – Porta febbre alta, scolo da occhi e naso con perdita di appetito e dell’olfatto; vaccino alle 8 e 12 settimane con richiamo annuale.
- Calicivirosi – Simile alla precedente, con in più possibile difficoltà respiratoria e zoppicamento da dolori articolari, starnuti e ulcere che interessano occhi, bocca, naso e unghie. Vaccino a 8 e 12 settimane con richiamo annuale; l’animale guarito rimane portatore sano e può infettare i simili.
- Gastroenterite virale – Pericolosa, può portare alla morte se l’animale non è vaccinato; si manifesta con vomito, disidratazione, diarrea, febbre. Vaccino come sopra.
- Leucemia felina (FeLV) – Vaccinare a sei mesi dopo test specifico, poi richiamo annuale.
Pulci, zecche, acari e altri parassiti
In presenza di pulci il purito rende il gatto nervoso, inoltre questi parassiti sono potenziali vettori di altre malattie anche gravi; le zecche sono altrettanto pericolose ma, con la sua frequente pulizia, il gatto ne è colpito raramente, a meno che non vada in giro per boschi o terreni infestati. Tra gli acari va sorvegliata la cheyletiella che causa una sorta di forfora trasmissibile per contatto agli esseri umani; l’otocariasi è causata da altri acari che causano otiti pruriginose, il gatto si gratta fino a prodursi ferite; l’infestazione da toxoplasma avviene cibandosi di carne cruda o prede selvatiche e si trasmette ai simili attraverso le feci. Alcune specie di zanzare possono portare la filariosi, con larve che si sviluppano nell’organismo aggredendo cuore e polmoni. Per questi e altri problemi bisogna tenere sempre sotto controllo il gatto e ai primi sintomi consultare il veterinario per il riconoscimento della patologia e il trattamento con prodotti specifici.
Tiragraffi per quando deve “farsi le unghie”
Il graffiare è parte della natura del gatto, è un’azione che compirà comunque sfogandosi magari su tende, parati e divani, a nulla varranno rimproveri e punizioni da parte nostra. Se ha la possibilità di passare tempo all’aperto è probabile che si faccia le unghie su radici e tronchi, diversamente diventa quasi fondamentale mettergli a disposizione una struttura che possa riconoscere come adatta allo scopo: i tiragraffi in commercio servono proprio a questo. Il gatto, come gli altri felini selvatici, ha bisogno di mantenere affilate le sue unghie anche se non gli servono per cacciare o difendersi, le utilizza anche per marcare il territorio; affinché utilizzi il tiragraffi è bene che la struttura preposta sia concepita in modo attrattivo e, magari, completata con un accessorio che gli permetta di giocare o con un vano in cui possa rintanarsi e osservarci senza essere notato. In questo modo i tessuti di casa saranno al sicuro e la sua convivenza con noi sarà più facile, rendendolo più vivace e socievole. Il tiragraffi dev’essere fatto con un materiale resistente e al tempo stesso non rigido, perchè le unghie devono poter affondare in esso e permettergli di tirare: legno, corda e diverse fibre naturali sono i materiali più idonei, ma anche il cartone ondulato o alveolare si presta allo scopo. All’inizio, affinché prenda confidenza con l’accessorio, stuzzichiamolo con un giochino, per esempio una pallina appesa a un filo da far apparire e sparire dietro al tiragraffi: cercando di prenderla, verrà a contatto con il materiale e familiarizzerà con esso.
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