Il Ginkgo Biloba, chiamato comunemente ginko o albero del capelvenere, è una pianta affascinante e particolare, che racchiude mille segreti
Iniziamo subito a dire che si scrive “Ginkgo Biloba” quando è presente la dicitura “Biloba” altrimenti si scrive comunemente Ginko (senza la G).
Ammirato durante i suoi viaggi da Goethe, che ne decantò la bellezza in una poesia, custodito in un museo come unico esemplare di specie vegetale sopravvissuto alla bomba di Hiroshima, studiato dai ricercatori come coadiuvante per la cura dell’Alzheimer: il ginkgo biloba è un albero speciale e ricco di storia e crediamo possa essere interessate capire come condurre la ginko biloba coltivazione per ottenere un albero rigoglioso e bellissimo (oltre che terapeutico grazie alle foglie frutti).
Il gingko biloba è un cosiddetto fossile vivente: rimasto inalterato in 250 milioni di anni, proviene direttamente dalla Preistoria (anche se ci sono fonti che non confermano tale ipotesi) Originario della Cina, il ginko deve il suo nome al botanico tedesco Engelbert Kaempfer che trascrisse erratamente il nome giapponese ginkyoō. Nel 1700 il celebre Carlo Linneo lo classificò sotto il nome di Albicocca D’Argento, a causa dei suoi falsi frutti simili a piccole albicocche.
Le sue foglie doppie a forma di ventaglio lo rendono una pianta dalla bellezza evocativa e delicata, molto adatta alla coltivazione ornamentale. Le foreste spontanee di ginko si ritenevano estinte in tutto l’Oriente, ma di recente ne sono state scoperte due, residuo della coltivazione millenaria a opera dei monaci cinesi su tutto il territorio.
La gingko biloba coltivazione nei parchi europei risale invece al Settecento. L’albero di ginko raggiunge un’altezza di circa trenta metri, possiede una larga chioma ovale e rami dal piacevole colore giallo dorato. Si tratta di un albero molto amato, dall’aspetto gradevole e armonioso, capace di dare eleganza a parchi e giardini.
Le foglie color verde chiaro e il tronco argentato lo rendono l’elemento ideale per un giardino che infonda serenità e riposo: in autunno invece, il ginko libera i suoi colori spettacolari, diventando color giallo vivo. Essendo una gimnosperma, il ginko non produce fiori. Le piccole albicocche dal colore cangiante che crescono sulle sue sommità non possono essere considerate frutti, ma semi rivestiti da una polpa carnosa, che non è commestibile: costituiscono però un elemento affascinante e particolare.
Come effettuare la coltivazione del Ginkgo Biloba
I semi da loro contenuti, invece, sono commestibili previa torrefazione. Il ginko è un albero che non necessita di cure particolari. Preferisce un clima fresco e una posizione soleggiata. Si adatta bene a più o meno tutti i tipi di terreno, ma prospera in terre non asfittiche e a pH leggermente acido. Sopporta bene le basse temperature, essendo originario della Cina del nord, e la sua resistenza è stata comprovata anche alla temperatura glaciale di -35° C. La moltiplicazione avviene tramite margotta o talea semilegnosa e la potatura è sconsigliata: i rami potati si seccano in pochissimo tempo, portando alla morte della pianta intera.
Il primo esemplare di ginko venne portato in Italia nel 1750 a scopo educativo e didattico: si tratta di un maestoso esemplare ancora oggi custodito nell’orto Botanico di Padova, Patrimonio dell’umanità UNESCO. Botanici e appassionati italiani restarono colpiti dalla bellezza ornamentale di questo albero e presto lo fecero diventare l’elemento più richiesto nei parchi dei palazzi della nobiltà. Ancora oggi il ginko è un albero molto amato e utilizzato come cortina frangivento nei parchi e a contorno dei viali.
Clima
Ai fini di una corretta coltivazione dell’esemplare di matrice (forse) asiatica sono auspicabili condizioni climatiche prevalentemente fresche e ventilate. Le foglie sono in grado di resistere in regime di basse temperature.
Esposizione
Non si evidenziano preferibili condizioni relative alle esposizioni del fusto. I principali esperti di botanica concordano nell’attribuire i parametri di massima resistenza del fusto e delle foglie a qualsiasi condizione atmosferica, a patto che ci sia abbastanza vento che favorisca il normale sviluppo in verticale dei rami e il naturale benessere della pianta.
Terreno
Analogamente alle condizioni di esposizione, anche per quanto concerne scelta del terreno da predisporre alla coltivazione dell’albero secolare, non sono indispensabili particolari preferenze. La pianta germoglierebbe comunque in modo naturale e adeguato, specie se coltivata in terreni che abbondano di sostanze acide, ferrose e ricchi di elementi organici.
Impianto
L’impianto del ginko è da effettuarsi preferibilmente durante la stagione estiva, quando i semi godono di ottimali condizioni di benessere.
Irrigazioni
Interventi di irrigazione mirata sono da effettuare almeno ogni tre giorni in primavera. Per quanto riguarda l’estate, le manovre di irrigazione possono essere svolte ogni giorno, tenendo cura di bagnare in maniera corretta il terreno sottostante.
Concimazioni
La concimazione deve essere effettuata in maniera costante e graduale. è consigliato l’utilizzo di fertilizzanti organici durante il periodo estivo e primaverile.
Moltiplicazione
Si può moltiplicare per talea, oppure, per seme in autunno. Si deve coltivare in vaso per i primi 5 anni prima di piantare in piena terra all’aperto. Si rinvasa in primavera in un contenitore più ampio del precedente.
Raccolta
Le operazioni di raccolta dei frutti dell’albero dovrebbero avviarsi verso l’inizio della stagione autunnale e protrarsi, salvo imprevisti, fino ai giorni immediatamente precedenti l’inizio delle intemperie invernali.
Malattie
L’albero di ginko fa parte di quelle particolari tipologie di arbusti maggiormente resistenti ai fattori atmosferici e dotati di ottime aspettative di vita. Non si segnalano particolari predisposizioni all’insorgenza di malattie.
Ciclo vegetativo del ginko
Proprietà terapeutiche del Ginkgo Biloba
Le foglie di ginko macinate e setacciate sono l’ingrediente indispensabile per la preparazione di un’ottima tisana, ricca di proprietà benefiche naturali, capace di regolare la naturale funzione del sistema cardio-circolatorio.
Sono per loro natura antiossidanti, possono ridurre il rischio di contrazione di malattie gravi e invalidanti, contribuendo a rallentare vistosamente il temibile ciclo di ossidazione della maggior parte delle cellule del corpo umano. Le proprietà naturali espresse dalla linfa rappresentano un beneficio nelle persone affette da malattie cardiovascolari e, nello specifico, interessate dall’insorgenza di patologie legate al coagulo del sangue.
Negli individui colpiti da forti infiammazioni, grazie al loro altissimo contenuto di principi attivi in grado di contrastare la disidratazione dei tessuti, aiutano a riequilibrare l’entità di una flogosi. La maggior parte delle foglie ricavate in fase di coltura è utilizzata nei centri benessere, in particolar modo nella cura della pelle secca per donare il corretto equilibrio dei grassi all’epidermide, idratandola fino a prevenire infezioni fungine e proteggendola da screpolature e/o abrasioni provocate da prolungata esposizione ai raggi solari.
L’assunzione dei principi attivi presenti nelle piante di ginkgo biloba dovrebbe comunque avvenire con cautela, al fine di evitare complicanze nella salute dei soggetti affetti da allergie e particolari forme di intolleranza; è controindicata in gravidanza e in allattamento.
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