Il giardino inglese è progettato come un territorio non dominato dall’uomo, rappresentato da un’artificiosa riproduzione di paesaggi
Gli alberi, le piante e tutta la vegetazione riescono, con tale progettazione, a mostrare scenografie inaspettate e non programmate. Stagni, isolette, siepi, gruppi apparentemente spontanei di alberi, colline e radure si mescolano con l’architettura (soprattutto gotica) e la scultura, conferendo al giardino inglese un certo ordine.
Gli obiettivi
È un giardino progettato a partire dal Settecento , in pieno romanticismo. Ha l’obiettivo di “ribaltare” una certa conformità geometrica dell’impianto eliminando spazi per definire e circoscrivere gli ambienti, come fondali, quinte arboree o prospettive, basandosi sull’accostamento e sull’avvicendarsi di elementi naturali e artificiali. Vi è inoltre una certa tendenza a utilizzare l’ars topiaria, ordinando la natura più incolta.
I percorsi sinuosi e gli effetti a sorpresa sono progettati per emozionare ed i giardini inglesi sono dunque un luogo in cui la suggestione è artefice di forti emozioni. Progettazioni regolari e selvagge di grandi parterre, mai incolti, si alternano con maestria ed eleganza, suscitando meraviglia soprattutto per la presenza di alberi e piante rare.
Giardino inglese Palermo
Progettato a metà Ottocento da Giovan Battista Filippo Basile ed esteso su un’area di circa 60.000 metri quadri, il giardino più conosciuto e frequentato dai cittadini è posto in Via Garibaldi, nel pieno centro della città di Palermo, è strutturato prevalentemente da piante secolari e piante esotiche, tutte provenienti dall’Africa e dall’Asia, che Basile volle inserire nel suo progetto originale, come tributo al leggendario giardino delle delizie delle concezioni medio-orientali.
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