L’agricoltura che rispetta la natura in Trentino è una realtà in costante crescita, le cui origini risalgono alla fine degli anni ’70. Ad oggi, gli operatori che attuano la coltivazione biologica iscritti nei registri della Provincia di Trento ammontano a più di 800
La coltivazione biologica è un metodo di coltura e allevamento che ha come obiettivo il rispetto dell’ambiente e del suo ecosistema, valorizzando le risorse naturali del luogo e preservandone l’integrità: con l’agricoltura biologica si ottengono prodotti genuini di qualità superiore rispetto a quelli delle coltivazioni convenzionali e, allo stesso tempo, si tutela la salute dei consumatori, la sostenibilità ambientale nonché il benessere degli animali.
I principi fondamentali della coltivazione biologica
Per raggiungere tali obiettivi il metodo biologico prevede il solo utilizzo di sostanze di origine naturale, escludendo quelle di sintesi chimica e quelle geneticamente modificate. Inoltre, si evita anche l’eccessivo sfruttamento e impoverimento del suolo, effettuando per esempio la rotazione delle colture, e dell’acqua; ma si limita anche il ricorso a pratiche dispendiose da un punto di vista energetico. In Trentino, la coltivazione biologica comprende soprattutto il settore frutticolo e orticolo, ma anche quello delle piante officinali, la viticoltura, l’olivicoltura, l’apicoltura e la zootecnia.
Le immagini sono tratte dal filmato “L’agricoltura biologica in Trentino” realizzato dalla Provincia Autonoma di Trento nell’ambito del progetto “Conoscere l’agricoltura biologica: azioni informative ed esperienze in campo” finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. L’autore del filmato è Mirko Franceschi. www.trentinoagricoltura.it
Come avviene il processo di coltivazione biologica
Le mele
Le mele rappresentano il punto di forza dell’agricoltura trentina, la cui coltivazione è praticata soprattutto nella Val di Non, in Valsugana e nella Valle dell’Adige. La fase più importante è ovviamente la raccolta: il momento in cui è possibile fare un bilancio finale valutando l’esito della gestione delle problematiche verificatesi (ragno rosso, giallo, funghi), apportando eventuali modifiche in vista dell’annata successiva.
L’uva
La viticoltura è praticata per lo più in Valsugana e nella Valle dell’Adige. Come nella frutticoltura e orticoltura, ci si avvale dell’utilizzo dei sovesci, in quanto reintegrando nel terreno la massa organica, si ristabilisce l’equilibrio batterico del suolo e, conseguentemente, la sua fertilità. Attraverso la potatura invernale e gli interventi sul verde, si garantisce invece il giusto equilibrio alla vite tra vegetazione e produzione.
Le olive
L’olivicoltura biologica trentina è sviluppata principalmente nella zona dell’Alto Garda. Trattandosi di un ambiente ai limiti della possibilità di coltivazione dell’olivo, le infestazioni da parte dei parassiti sono piuttosto limitate rispetto alle zone tipiche di questa coltura, un fattore che contribuisce positivamente al non utilizzare prodotti di sintesi chimica.
Gli ortaggi biologici
Concentrata principalmente in val di Gresta, l’orticoltura trentina comprende la produzione di patate, carote, cavoli, pomodori, radicchio e molti altri ortaggi che vengono poi venduti direttamente oppure trasformati in conserve e altri preparati alimentari biologici.
Il miele biologico
In Trentino sono prodotte diverse tipologie di miele: di acacia, di rododendro, di melata e millefiori. Nell’apicoltura biologica, gli apiari devono trovarsi nei pressi di colture e vegetazione spontanea non sottoposte a trattamenti; inoltre, le arnie e tutti i materiali utilizzati devono essere di origine naturale.
La zootecnica
Si è sviluppata maggiormente in Val Rendena, da cui prendono il nome le sue rinomate mucche di varietà Rendena. Gli allevamenti biologici sono organizzati secondo tecniche specifiche e devono soddisfare requisiti inerenti al benessere degli animali: stalle vivibili scoperte e coperte, animali curati con medicinali consentiti, alimentazione a base di foraggio biologico e trasferimento estivo degli animali nelle malghe affinché possano nutrirsi con le erbe fresche di montagna.
Il terreno
Al fine di preservare la fertilità del suolo si ricorre alla rotazione delle colture e all’utilizzo di materiale nutritivo organico (humus). In questo modo da una parte si garantisce il giusto apporto di sostanze fondamentali per la crescita delle piante, dall’altra si riduce la proliferazione di erbe infestanti. Attraverso l’irrigazione e il drenaggio del terreno, si ottiene poi l’umidità necessaria al suolo.
La prevenzione
L’impostazione delle coltivazioni biologiche rappresenta la caratteristica più importante nel fattore della prevenzione. È fondamentale prediligere varietà autoctone, che sono adatte alle condizioni climatiche del luogo e resistenti alle malattie più diffuse. Le piante coltivate nelle condizioni a loro più idonee, sono meno soggette ad attacchi di parassiti e malattie. Nell’allevamento è fondamentale, invece, prediligere razze rustiche e rispettare le esigenze dell’animale.
La conversione
La provincia autonoma di Trento promuove programmi e incentivi per la conversione delle aziende agricole da una coltivazione convenzionale a coltivazione biologica. Prima di ottenere la certificazione biologica, c’è un periodo di conversione della durata variabile a seconda della tipologia di coltivazione o di allevamento. Durante questa fase, nonostante l’azienda debba attenersi alle regole della produzione biologica, non può vendere i suoi prodotti apponendovi il marchio “bio”.
La difesa
La difesa delle coltivazioni prevede l’utilizzo di parassiti e insetti predatori ospitati nelle siepi e nelle zone non coltivate, nonché della cattura degli insetti dannosi utilizzando specifiche trappole. Nel caso in cui queste tecniche non siano sufficienti, si ricorre comunque sempre a prodotti di origine naturale, come lo zolfo e il rame a basse concentrazioni.
Studio e controlli
Per la produzione biologica è stato istituito un sistema di classificazione e controllo a livello internazionale. Tutti i prodotti biologici sono costantemente sottoposti a rigidi controlli, secondo gli standard dell’UE da parte degli organismi autorizzati, che effettuano ispezioni, analizzano campioni e controllano i registri delle aziende produttrici. Solo le aziende in possesso della certificazione possono mettere in commercio prodotti con marchio “bio”.
Gli insetti buoni
Per contrastare i parassiti e gli insetti che possono danneggiare le coltivazioni, si ricorre all’utilizzo di insetti definiti “buoni”, come le coccinelle, i sirfidi e altri insetti predatori. Al fine di favorirne la diffusione, si utilizza il metodo delle coltivazioni a strisce che consente agli insetti buoni di migrare dalla zona coltivata a quella di erbe spontanee.
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