Sono 80 le primavere fiorite del Giardino Botanico Alpino delle Viote di Monte Bondone, un luogo incantato della media montagna trentina, scelto per la naturale ricchezza botanica delle praterie a sfalcio e delle torbiere, per la ricchezza d’acqua e per l’esposizione soleggiata
Nel 1938 l’allora Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina fondò il primo nucleo del Giardino Botanico Alpino Viote e oggi, quale sede territoriale del Museo delle Scienze – MUSE, questo angolo di paradiso botanico consta di ben 10 ettari di un’equilibrata gestione tra conservazione della natura e proposte floristiche di grande interesse.
Rispetto alle origini, il Giardino Botanico Alpino si è ampliato in estensione, strutture e attività per il pubblico, mantenendo sempre intatta la sua funzione di ricerca e conservazione delle specie botaniche, soprattutto quelle a rischio di estinzione. Nel periodo recente, una particolare attenzione è stata riservata alle attività per il pubblico; non solo appassionati di botanica ma anche famiglie che vogliono trascorrere alcune ore al fresco del Monte Bondone.
Le gradevolissime e interessanti attività per il pubblico, a stretto contatto con la natura del Giardino botanico, si tengono con cadenza quasi giornaliera nel periodo da fine giugno ad agosto. Il programma di quest’anno è arricchito di numerose novità, tra le quali segnaliamo in particolare l’Activity book “Taccuino dell’esploratore”, la “Nanna al Giardino”.
Un po’ di storia
Il Giardino Botanico Alpino Viote è uno dei più antichi e vasti delle Alpi. Il nucleo originario consiste in una collezione iniziale di piante alpine collocate su aiuole rocciose. Nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale l’attività di molti botanici e studiosi ha portato il Giardino a essere conosciuto per la sua importanza scientifica.
Negli anni ’60 – grazie alla spinta data dal botanico trentino Vittorio Marchesoni professore all’Università di Camerino – sono state costruite nuove grandi aiuole, introducendo molte specie extra-europee e disponendo le piante secondo un criterio fitogeografico, cioè secondo l’area di provenienza delle specie. L’impianto base è ancora osservabile nelle aiuole dedicate ai diversi massicci montuosi del mondo: Alpi, Balcani, Carpazi, Caucaso, Pirenei, Montagne Rocciose, Himalaya e Appennini.
Gli anni a seguire hanno portato a una sempre maggiore espansione delle sue collezioni, alla costruzione del laghetto, alla sistemazione della torbiera e al miglioramento delle strutture e delle attività per il pubblico.
Strutture e spazi
Il Giardino si compone di un’area storica ricca di specie endemiche e minacciate, coltivate in aiuole rocciose, e di un’area a parco composta da praterie fiorite, boschi, torbiere e campi coltivati per una superficie totale di circa 10 ettari.
Fanno parte della struttura uno spazio coperto per attività di interpretazione naturalistica e il Rifugio Capanna Catoni, con una parte destinata alle funzioni di supporto alle attività del Giardino, laboratori e uffici, e un piccolo spazio espositivo a tema erboristico denominato “Sala delle Erbe” dov’è allestito un essiccatoio tradizionale e sono esposte decine di piante medicinali coltivate in Giardino. In adiacenza il Rifugio Viote, offre ristorazione e piccola ospitalità.
Una piccola biglietteria segna inoltre l’ingresso con le importanti funzioni addizionali di bookshop, punto informativo e distribuzione materiali per la visita, accoglienza cani, prestito passeggini a tre ruote e prestito coperte da picnic.
Le attività per il pubblico e le novità 2018
Negli anni, l’attività del Giardino Botanico Alpino Viote ha visto una crescente attenzione e apertura nei confronti del pubblico, sia negli strumenti e nei supporti alla visita che nella gamma di attività proposte.
Nell’ottica di presentarsi come un museo della montagna a cielo aperto, il Giardino continua ad ampliare gli ambiti tematici di laboratori e visite guidate, che vanno dalla botanica alla zoologia, alla geologia ed all’ecologia più in generale. Eventi speciali, spettacoli, concerti, degustazioni sono tutti linguaggi moderni per veicolare un’esperienza in un contesto ecologico e paesaggistico privilegiato, che vuole lasciare sì contenuti ma soprattutto modalità di lettura diverse e più ricche del nostro ambiente e delle modalità con le quali ci rapportiamo a esso.
Un esempio di queste nuove modalità nell’approccio all’apprendimento informale si trova ad esempio nello sviluppo della tematica legata all’apicoltura: non solo una camera di volo dove poter osservare le api in sicurezza, ma anche una mostra fotografica, un’arnia didattica per apprendisti apicoltori con fotografie a grandezza naturale dell’interno, un nuovissimo laboratorio dedicato ai sensi delle api e all’analisi di mieli abbinati alla vegetazione e ancora eventi speciali e uno spettacolo di teatro-scienza a tema.
Un altro progetto recente ha portato alla realizzazione del percorso sensoriale “a occhi chiusi” dedicato alla scoperta di specie particolari, selezionate per le loro caratteristiche tattili, olfattive e per il sapore, il tutto bendati e guidati dell’esperto per concentrarsi sui sensi alternativi alla vista. Si tratta del primo tracciato senza barriere del Giardino Botanico adatto sia a vedenti che a non vedenti e ipovedenti, proposto anche alle scuole e molto apprezzato per la capacità di parificare le differenze interne al gruppo e le diverse abilità individuali.
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