La primavera del 2018 è stata la quarta più calda di sempre, almeno dal 1800, ma anche una delle più piovose: i danni sui terreni, in tutta Italia, sono notevoli

Lo avevamo scritto un mese fa, con un po’ di preoccupazione e purtroppo azzeccando la nostra previsione: il fresco di maggio non ha aiutato più di tanto le attività di giardinaggio. I dati diffusi dalla Coldiretti e dai principali siti meteorologici sono importanti: a Torino, solo nel mese di maggio, è piovuto, per esempio, 21 giorni sui 30 del mese. E le piogge tanto invocate, seppur persistenti, non hanno portato i benefici sperati.

Le piogge e i danni

Secondo una ricerca condotta dalla Isac Cnr, l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, la primavera del 2018 in Italia è stata la quarta più calda di sempre, ma soprattutto una delle più piovose. Nelle regioni settentrionali è piovuto il 21 % in più rispetto alle medie del periodo. Ma queste piogge, precisa la Coldiretti, non hanno portato alcun beneficio, anzi: “Le precipitazioni primaverili sono importanti per ristabilire le scorte idriche necessarie per l’estate, ma l’acqua per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento. La primavera è stata invece sconvolta da nubifragi, bombe d’acqua, grandinate, trombe d’aria e violenti temporali che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola, con danni per oltre mezzo miliardo all’agricoltura dall’inizio dell’anno.”

Maggiori sono stati i danni causati soprattutto dai temporali.

Temporali e grandine

Il ragionamento di Coldiretti, effettivamente, non fa una piega: continui temporali diurni e intensi non hanno portato nulla di buono. “La grandine è l’evento più temuto dagli agricoltori in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle colture rovinando un intero anno di lavoro mentre gli acquazzoni aggravano i danni con smottamenti, frane ed esondazioni su un territorio più fragile dove – continua la Coldiretti – sono 7145 i comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, l’88,3% del totale. Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole a vantaggio dell’abbandono e della cementificazione.”

E l’estate?

Speriamo che porti quell’esplosione tipica di colori per apprezzare tutti i generi e le varietà giunte a fioritura. Ce lo meritiamo noi e… il verde!

Solstizio d’estate | Si è chiusa una primavera difficile per l’agricoltura ultima modifica: 2018-06-21T11:56:08+02:00 da Faidate Ingiardino

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