Il Carolina Reaper è uno dei peperoncini più piccanti al mondo. Fino a qualche anno fa deteneva il primo posto nel Guinnes dei Primati. È un peperoncino mix tra Naga Morich Pakistano e Habanero Rosso, creato in South Carolina con una piccantezza media di 1.569.300 unità Scoville.

Il Carolina Reaper è un particolare tipo di peperoncino che fa parte della Capsicum Chinense, ovvero la specie che annovera alcuni tra i peperoncini più piccanti in assoluto. Quando si parla di Carolina Reaper si parla di una pianta ricavata con l’impiego di accuratissime selezioni genetiche.
[amazon_link asins=’B0185JPA2A’ template=’ProductAd’ store=’ingiardino-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e2808c3e-e1b7-11e8-9992-910a903b01a8′]Nella fattispecie si tratta dell’incrocio, effettuato per la prima volta dal coltivatore della Carolina del Nord Ed Currie, tra il Naga Morich e l’Habanero Red.

Già la dicitura con cui era classificato il Carolina Reaper originariamente (HP22B, dove HP sta per ‘Higher Power’) lascia intuire il grado di piccantezza di quest’ultimo. Nel 2013, infatti, il Carolina Reaper è stato iscritto nel Guinnes dei Primati come il peperoncino più piccante del mondo. In questa occasione il grado di piccantezza, che viene misurato in unita Scoville (tenendo conto di sostanze come la capsaicina, che determina la reazione dei recettori del caldo propri della lingua), ha raggiunto la media di 1.569.300 unità con picchi di 2.200.000 unità (Vedi anche l’approfondimento sui peperoncini).

Il Carolina Reaper presenta la classica colorazione rossa della maggior parte dei peperoncini. A differenziarlo è un’estremità, situata nella parte opposta del gambo, la cui punta ricorda il pungiglione di un insetto. Questo peperoncino raggiunge le dimensioni di 3-5 cm al termine di una maturazione di circa tre mesi. All’assaggio il Carolina Reaper presenta un gusto fruttato, con sfumature appena percettibili di cioccolato e cannella. L’alta concentrazione di capsaicina consiglia di maneggiarlo sempre con cura, possibilmente con un paio di guanti, e di non toccarsi parti delicate come gli occhi dopo esserne venuti a contatto.

Proprietà, controindicazioni ed applicazioni varie

Il Carolina Reaper, così come altri tipi di peperoncino piccante, ha tutta una serie di proprietà benefiche per la salute ed il funzionamento dell’organismo.

In prima istanza il Carolina Reaper è tra gli alimenti cosiddetti antiossidanti naturali. A tal proposito è importante ricordare che gli alimenti appartenenti a questa categoria, oltre a svolgere la funzione suggerita dal nome, e cioè quella di impedire l’ossidazione dei cosiddetti radicali liberi, riescono a ritardare l’invecchiamento e a salvaguardare l’integrità dei vari tessuti.

Il Carolina Reaper è anche un vasodilatatore: aumentando il volume di flusso dei vasi sanguigni la circolazione del sangue viene facilitata, riducendo notevolmente la pressione arteriosa e le complicazioni da essa derivanti, prima fra tutte il colesterolo.

Tra le altre proprietà benefiche del Carolina Reaper ci sono quelle digestive ed antinfiammatorie. Opportuno, comunque, specificare che a fronte delle nominate ed indiscutibili proprietà digestive esistono delle controindicazioni riguardanti le persone affette da gastrointeriti ed ulcere, alle quali è altamente consigliato di non fare uso del Carolina Reaper e degli altri peperoncini piccanti.

La puntualizzazione di cui sopra è mirata ad introdurre quelle che sono le controindicazioni legate al consumo del Carolina Reaper.

Le patologie dell’organismo che sconsigliano l’uso concomitante di questo peperoncino, oltre ad ulcera e gastrointerite, sono epatite, cistite ed infiammazione delle emorroidi. Ma anche lo stato interessante è una circostanza che impone una certa prudenza al riguardo. Come è facilmente intuibile, si parla di una serie di condizioni temporanee dell’organismo che ben poco gradirebbero il flusso superiore del sangue dovuto alla vasodilatazione.

Il Carolina Reaper è un alimento ad alta concentrazione di capsaicina. Ciò implica che la parte più esterna, cioè quella soggetta ad essere toccata con le mani, possa facilmente provocare forti bruciori o irritazioni. Il consiglio di usare un paio di guanti per maneggiare il Carolina Reaper è valido per questo tipo di rischi ma soprattutto per non causare fastidiose complicazioni in caso di ferite o abrasioni della pelle.

C’è poi un aspetto molto interessante che riguarda i possibili usi ed applicazioni del Carolina Reaper. A parte l’impiego culinario, questo ed altri peperoncini piccanti forniscono una delle materie prime fondamentali, ovvero la capsaicina, tra quelle contenute nella miscela del cosiddetto ‘spray al peperoncino’. Tale miscela, se spruzzata negli occhi di un individuo dall’evidente postura aggressiva o gravemente minacciosa, provoca un provvisorio accecamento corredato da tosse, lacrimazione ed infiammazione delle mucose. Quello che è indubbiamente un valido strumento per prevenire le aggressioni, soprattutto nei confronti di donne o ragazze, deve essere comunque utilizzato in modo da non infrangere le leggi vigenti. A questo proposito si prenda in oggetto l’attuale ordinamento della Repubblica Italiana. Una delle ultimissime circolari, datata 2012, prevede in particolare che la quantità di capsaicina non superi il 2,5 % della miscela totale presente nella bomboletta. Contrariamente, quest’ultima da arma di legittima difesa diventa arma illegale e dunque soggetta alle sanzioni in merito in caso di danno provocato a terzi.

La capsaicina contenuta nel Carolina Reaper, inoltre, fa sì che quest’ultimo, messo a sciogliere nell’acqua, possa essere utilizzato come antiparassitario.

Coltivazione Carolina Reaper

Elemento imprescindibile da tenere in conto per coltivare il Carolina Reaper è il clima. Laddove non sia possibile che si raggiungano le temperature elevate tipiche di un paese tropicale è necessario variare la stagione della semina o ricorrere alla coltivazione in serra. In quest’ultimo caso, prima di trapiantare il Carolina Reaper dalla serra alla terra, bisognerà aspettare che la piantina abbia raggiunto almeno i 30 cm di altezza.

Ovviamente anche nella scelta del periodo del trapianto inciderà in modo decisivo il fattore-clima; perché non ci siano sorprese al momento del raccolto dovranno trascorrere cinque-sei mesi di temperature calde tra il giorno del trapianto e quello dell’ipotetica fioritura.

L’esperienza dei vari coltivatori di Carolina Reaper insegna che nessun dettaglio di questo procedimento va lasciato al caso. Persino la scelta del tipo di concime può determinare il grado di piccantezza del peperoncino. In questo senso uno dei fertilizzanti più collaudati è il concime di lombrico.

 

 

Carolina Reaper, uno dei peperoncini più piccanti al mondo ultima modifica: 2018-09-05T10:37:15+02:00 da LD

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