Tutte le piante acidofile, sia coltivate in vaso che in piena terra, in questo periodo dell’anno sono in pieno riposo vegetativo, ma nonostante ciò hanno bisogno di qualche cura. Occorre verificare lo stato della pacciamatura, integrando se necessario lo strato di corteccia di pino, tenendo presente che una buona pacciamatura deve presentare uno spessore di circa 20-25 cm. Praticare una costante pulizia delle piante da fiore, eliminando le foglie secche o marce.
Piante verdi
Questo è un periodo di riposo per le piante d’appartamento, quindi bisogna evitare qualsiasi tipo di concimazione, salvo si abbia in casa qualche esemplare di orchidea in fiore (falenopsis, cambria, ecc.), da concimare ogni mese con un prodotto specifico per orchidee, che si somministra nelle dosi riportate in etichetta. In generale occorre mantenere il terriccio dei vasi moderatamente umido, mai fradicio. Per sapere quando irrigare, introdurre semplicemente il dito indice nel terriccio: se lo si sente ben umido aspettare, ma non lasciare che si secchi troppo, altrimenti sarà poi difficile reidratarlo. Se si ha una pianta di sansevieria o di zamioculcas è possibile anche irrigarle ogni 2 mesi, purché l’ambiente non sia eccessivamente caldo, poiché queste specie presentano foglie coriacee che trattengono a lungo l’acqua in esse contenuta. Ricordare che i nemici principali delle piante d’appartamento durante questo periodo sono la mancanza di luce e di umidità atmosferica, che secca i margini delle foglie di specie come marante e anthurium.
Piante fiorite
Le piante riparate nel precedente bimestre devono rimanere ancora a riposo vegetativo. Assicurarsi perciò che l’ambiente di ricovero presenti una temperatura di circa 6-8 °C, che sia asciutto ed arieggiato, in modo da non favorire l’insorgenza di malattie fungine. Praticare una costante pulizia, sia delle piante (eliminando costantemente tutte le foglie secche e/o marce) che del locale in cui svernano, in modo da scongiurare l’insorgenza di pericolosi marciumi a carico dei rami e lo sviluppo di eventuali attacchi parassitari. Le piante sono in riposo vegetativo: irrigarle perciò solo se necessario (mediamente ogni 7-10 giorni). Gerani e lantane, piante originarie di climi caldi ed asciutti, vanno irrigate pochissimo, anche ogni 15-20 giorni: supereranno meglio questo periodo di letargo; invece piante da fiore, come le dipladenie, originarie di climi tropicali, quindi caldo-umidi, vanno irrigate più frequentemente, ogni 5-7 giorni. Usare acqua a temperatura ambiente (6-8 °C).
Bonsai
Verso la fine di dicembre, quando il freddo comincia ad essere più intenso, è tempo di riparare i bonsai da esterno. Un’attenzione particolare verrà data ai bonsai da interno, che con i caloriferi in funzione tenderanno ad asciugare in fretta; per ovviare alla secchezza dell’aria ricordarsi di nebulizzare con acqua le foglie. Questo è il periodo ideale per preparare la miscela di terriccio per i rinvasi che verranno effettuati la prossima primavera. Una miscela ideale per le piante a foglia caduca può essere così costituita: tre parti di terriccio universale, tre parti di torba, quattro parti di sabbia di fiume. Per le conifere, invece, basterà mescolare terriccio universale e sabbia di fiume in parti uguali.
Piante succulente
Le piante grasse più resistenti (tipo Ariocarpus, Cephalocereus, Echinocactus, Echinocereus, Echinopsis, Ferocactus, Mammillaria, Rebutia) svernano tranquillamente anche al freddo, purché poste in luoghi asciutti e ventilati. Talvolta è possibile osservare una consistente perdita di volume in quelle globose (tipo Ferocactus o Mammillaria) e un visibile “dimagrimento” in quelle colonnari (tipo Cephalocereus). Sono segnali normali della stasi vegetativa e non indicano uno stato di sofferenza: soprattutto non devono indurre a irrigarle, dato che porterebbe solo al verificarsi di marciumi radicali. È bene approfittare di questo periodo dell’anno per organizzare il rinvaso delle piante grasse, in particolare degli esemplari più giovani.
Il microclima
La maggior parte delle piante coltivate in casa sono “da esterno” acclimatate all’interno. Più l’ambiente in cui vengono fatte vivere è simile al loro habitat naturale, più cresceranno rigogliose. Bisogna quindi garantire loro un microclima adatto. I microclimi riprodotti in serre, giardini d’inverno e verande chiuse, si distinguono per avere diversi tassi di umidità, livelli di temperatura e periodi di luminosità. Con l’arrivo dei primi freddi e della brutta stagione diventa importante riparare le piante da pioggia, agenti atmosferici vari e raffiche di vento. Tutte le strutture dotate di vetri, o altre coperture trasparenti, riescono a fornire il medesimo quantitativo di luce che le piante riceverebbero se coltivate all’aperto. Se questi spazi sono orientati a sud sono garantite una buona illuminazione e temperature miti, ciò permetterà la coltivazione di cactus e piante grasse, ma cresceranno bene anche molte specie di dracena e di esemplari a fioritura invernale. Se gli spazi chiusi sono orientati a nord l’irraggiamento solare è scarso, si tratta quindi del luogo adatto per le specie provenienti da selve o sottobosco: scegliamo quindi esemplari di filodendri, oppure un gruppo molto ampio di felci. In serra è possibile ricreare condizioni ambientali di un certo tipo, come per esempio ambienti secchi e aridi, o ambienti particolarmente umidi utilizzando apparecchiature apposite. Uno dei problemi maggiori legati a questi ambienti protetti è la ventilazione. È opportuno prevedere un buon sistema di arieggiamento: si tratta di un accorgimento indispensabile per garantire le condizioni di vita ottimali alle piante ospitate all’interno.
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