Chi sostiene che autunno e inverno sono stagioni povere dal punto di vista botanico, non conosce i colorati arbusti autunnali, le cui tinte cromatiche risultano tra le più belle e vive
Alcuni ricordati per fini ornamentali, altri addirittura per le loro proprietà terapeutiche, le varietà che la natura offre in autunno sanno essere davvero tra le più piacevoli e curiose. Tra botanica, leggenda e curiosità, ecco 9 colorati arbusti autunnali in grado di soddisfare sotto l’aspetto della composizione e degli utilizzi.
Calliandra haematocephala
Un arbusto della famiglia delle Leguminosae caratterizzato da diverse ramificazioni che sa colpire per la forma delle sue lunghissime foglie sempreverdi pennate o bipennate che lo rende piacevolmente ornamentale e per il colore generalmente fucsia dei suoi fiori, composti da centinaia di “petali” che sembrano dei veri e propri spilli, ma sono in realtà gli stami. Così si può definire la Calliandra haematocephala, una delle 150 specie di Calliandra esistenti. La presente tipologia ha origine in Bolivia.
La fioritura avviene durante l’estate con infiorescenze che possono arrivare fino a 7 cm di larghezza, da cui spuntano gli stami che possono assumere colorazioni anche bianche o rosa. Da settembre è possibile apprezzare meglio le colorazioni.
Una caratteristica è la capacità di attirare uccelli e farfalle, date le sue origine equatoriali e tropicali. La zona in cui riporre la pianta deve essere solo parzialmente soleggiata.
Callicarpa bodinieri
La Callicarpa bodinieri si distingue da altre piante per essere un arbusto che riesce a dare un bell’effetto in qualunque periodo dell’anno, con preferenza tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, periodo in cui sviluppa dei frutti simili a piccoli grappoli di uva che permangono anche durante l’inverno. Coltivare la Callicarpa non richiede attenzioni particolari dato che sopporta abbastanza bene ogni ambiente, avendo buone capacità di adattarsi senza richiedere troppe cure.
La varietà bodinieri è caratterizzata da una corteccia marrone e non troppo rugosa, anzi, tendente al liscio, con ramificazioni che salgono fino ad un massimo di 2 metri, arricchiti da foglie ovalizzate e bicolori, tra il verde e il giallo pallido.
Quando giunge la primavera la pianta fiorisce con colorazioni bianche, rosa o rosse, mentre durante il periodo autunnale vi è la comparsa di piccoli frutti rosati che creano un effetto scenico molto piacevole e decorativo.
Clerodendrum bungei
Assegnare l’aggettivo “splendido” a questo fiore è qualcosa di meritatissimo. Di origine cinese e di specie arbustiva, può raggiungere i 250 cm di altezza, con foglie molto grandi e dal bordo lievemente frastagliato, con una particolarità quasi unica: basta strofinarle per far loro emettere un profumo che non a tutti piace. La fioritura estiva genera un effetto unico e speciale: con le foglie intorno che fungono da base, i fiori, numerosi, raggruppati e non troppo grandi, pare compongano un bouquet da sposa di colore rosa. La fioritura termina verso settembre-ottobre, periodo in cui è consigliabile effettuare la potatura e ridurre al minimo le annaffiature.
Con l’arrivo dell’autunno, anche inoltrato, la pianta non soffre dato che ben tiene le basse temperature, tipiche anche dell’inverno.
Colquhounia coccinea
La pianta, un arbusto deciduo delle Lamiaceae originario dell’Asia, soffre il clima eccessivamente freddo e l’acqua stagnante. Per questo è consigliabile un terreno ben drenato e abbastanza soleggiato, mentre in inverno è da evitare assolutamente il gelo. In generale, a parte queste richieste, l’arbusto è poco esigente e richiede una manutenzione relativamente bassa. Con queste precauzioni la Colquhounia coccinea è pronta per riprendere il suo ciclo fin dalla primavera, arrivando ad altezze comprese tra 1,5 e 3 metri. Il fogliame è ovalizzato di medie dimensioni e con bordi poco seghettati con colorazione verde che vira al grigio molto chiaro, quasi argenteo (foglie di geometria e di colore simile a quelle della salvia, almeno nella parte inferiore). I fiori possono essere arancioni per poi pian piano virare ad una tinta rosso scura con piccoli inserti gialli e crescono in piccoli gruppi nel periodo autunnale.
Pyracantha
Arbusto sempreverde che però si caratterizza da un ricambio di foglie che avviene in modo continuativo durante l’anno. L’altezza massima raggiungibile è di 3 metri, favorita anche da una conformazione eretta del fusto, il quale è marrone scuro e non troppo grande di diametro. Le Pyracantha non hanno però molto ordine nel crescere anche se nel complesso compongono una bella chioma intensa e folta, che ben sta nei giardino e nella aiuole come ornamento. Non tutto è però tutto oro ciò che luccica, perché a questa bellezza corrisponde la presenza di spine aculee e lunghe. Le foglie hanno una colorazione verde scuro ovali e lucide. Caratteristici sono i fiori che la pianta produce durante la primavera, i quali colorano l’albero con piccoli puntini bianchi. Infatti la fioritura richiama piccole stelline in grado di emanare grande profumo e questo contribuisce al richiamo di molti insetti impollinatori. La pianta produce anche dei piccoli frutti tondi a grappoli, di colore rossastro o giallo. La Pyracantha, in molte sue specie (ad esempio la coccinea), è utilizzabile come elemento per la formazione di siepi. Proprio questa varietà, in italiano è chiamata agazzino.
Leonotis leonurus
Questa pianta viene definita volgarmente “Dagga Selvatica” o “Coda di Leone” e appartiene alla famiglia della menta, anche se esteticamente poco c’entra con essa. Si caratterizza per dare leggeri effetti psico-attivi, oltre che per colorazioni vive e brillanti. Nativa nella parte più a Sud del continente africano, la Leonotis leonurus originariamente veniva impiegata dalle tribù locali come “droga” per rilassare il fisico dallo stress quotidiano, dati gli effetti simili a quelli della cannabis. L’utilizzo era anche terapeutico per curare determinate malattie e morsi di serpenti, ma vi era anche un impiego come eccitante, soprattutto se venivano fumati i fiori rinsecchiti.
Si presenta come un arbusto dalle forme allungate e, nonostante gli effetti, è praticamente legale quasi ovunque. L’utilizzo principale è a fini ornamentali e la sua produzione di nettare è in grado di attirare a sè uccelli e farfalle.
Nymania capensis
Arbusto rigido che si caratterizza per avere dimensioni piuttosto grandi e piccoli frutti rosa e semi di colore marrone, di forma sferica e di consistenza carnosa. L’altezza massima raggiungibile può essere anche di 6 metri anche se mediamente non supera i 3 metri, dato che non sempre è possibile ricreare le condizioni ideali di crescita e di sviluppo. La foglia è molto piccola ma dura e a forma di ogiva e la si trova sul germoglio, accanto al fiore, che è rosso acceso.
Nonostante le grandi altezze che può raggiungere la pianta, la sua crescita è lenta e progressiva, al punto che serve qualche anno affinché possa raggiungere l’altezza di una persona normale. In compenso, però, può anche vivere a lungo, superando i 25 anni. Necessitano di poca acqua, come tipicamente accade per le zone africane in cui si sviluppano in origine, e sanno adattarsi sia ai climi caldi e secchi, che a quelli freddi, rispondendo bene sia a temperature sotto zero che a oltre 40°C.
Api e calabroni hanno il compito di impollinare la pianta per lo sviluppo.
Euonymus europaeus
Appartenente alla famiglia delle Celastraceae, l’arbusto Euonymus europaeus (Fusaggine, Corallini, Cappello di prete) è tipico dei boschi di latifoglie europei. Nonostante possa sfigurare accanto a piante ben più alte, la sua altezza può arrivare comunque fino a 8 metri, ma potrebbe anche fermarsi a 3 metri e la crescita appare lenta. La scarsa fioritura a inizio estate sfocia in frutti proprio durante l’autunno, facendo diventare questo arbusto molto colorato e tinto di rosso (o rosa scuro). I frutti hanno una forma simile al cappello di prete (da qui deriva il nomignolo). Le foglie sono caduche e anch’esse in autunno assumono una cromia rossa molto accentuata che trasforma questa pianta in un elemento di decorazione molto piacevole, utile anche, nei grandi parchi o nei giardini, per comporre una siepe.
Sono piante molto tolleranti, sia che vengano poste nell’ambiente cittadino che anche in zone marine, resistendo bene a inquinamento e salsedine, ma soprattutto sopportano il pieno sole. L’adattabilità è dimostrata anche con il terreno, che può essere di qualsiasi tipo. La fusaggine (altro nome per identificare questa specie), si presenta quindi impegnativa dal punto di vista dello spazio richiesto per la crescita, ma molto semplice in fatto di coltivazione, richiedendo una bassissima manutenzione.
Viburnum farreri
Si configura come un arbusto dalla forma eretta, in grado di produrre fiori bianchi dalla gradevole profumazione e foglie ovali appuntite che diventano a tinta verde scuro, per poi mutare colorazione in inverno passando al porpora. I frutti sono rossi dalla forma tondeggiante. I fiori possono tendere anche al rosa e si presentano in piccoli grappoli. La pianta può arrivare a 1,80 m di altezza e si trova a proprio agio in una terra drenata ricca di elementi naturali, che abbia esposizione al sole o che sia poco ombreggiata. La pianta fiorisce in tardo autunno e resta fino in primavera, tra novembre e maggio e chi desidera coltivare la Viburnum ferreri deve destinare una superficie minima di circa un metro quadrato. Appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae, l’origine è della Cina Settentrionale e l’impiego è molteplice, sia per composizioni floreali miste che per abbellire aiuole.
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