Innaffiare o annaffiare, qualunque modo sia espresso il concetto, è un’operazione che va fatta con attenzione e con misura, attenendosi ad alcune regole fondamentali
Se è vero che le piante muoiono quando non ricevono acqua a sufficienza, è altrettanto vero che muoiono se le irrorazioni sono troppo abbondanti, soprattutto quando sono coltivate in vaso. Perfino le piante acquatiche che richiedono acqua poco profonda possono morire se piantate a una profondità superiore alle loro esigenze. I fattori principali che regolano un’annaffiatura corretta sono il tempo e la quantità, ovvero quando occorre innaffiare e quanta acqua occorre dare.
Le regole
Come regola generale le piante andrebbero annaffiate prima che si trovino in assoluta necessità di ricevere acqua e diano segni di sofferenza. La ragione di questa annaffiatura preventiva è duplice: anzitutto, alcune piante, non appena sono asciutte, mostrano drammaticamente il bisogno di acqua, ma dopo l’irrorazione si riprendono nello spazio di un’ora senza subire un danno permanente; altre invece soffrono senza mostrarlo, e poi crollano improvvisamente. In questi casi il recupero è più lento e più complicato.
La seconda ragione è la seguente: la terra, quando si prosciuga completamente, diventa impermeabile al punto da essere spesso incapace di assorbire l’acqua. Durante la stagione calda è comunque più facile comprendere che durante il periodo della crescita alcune piante sono quasi sempre assetate, specialmente quelle con grandi foglie che, traspirando, disperdono dall’ampia superficie moltissima umidità.
Innaffiare piante
Le sempreverdi generalmente richiedono più acqua di quelle coltivate per i loro fiori, le decidue invece ne richiedono in quantità minori quando hanno perduto le foglie. Le erbacee perenni esigono molti meno interventi in autunno quando la loro vegetazione aerea si estingue, e ne assorbono invece moltissima in primavera quando con la nuova stagione ha inizio la crescita.
Le bulbose, tuberose e rizomatose a fioritura estiva richiedono abbondanza d’acqua durante i mesi estivi. Le annuali possono consumare grandi quantità d’acqua all’inizio dell’estate, periodo in cui sono sollecitate dalla rapida crescita. Gli arbusti e gli alberi dovrebbero essere annaffiati durante i periodi estivi di siccità, soprattutto i soggetti dotati di un apparato radicale superficiale quali le Ericaceae, come pure i grandi alberi annosi.
Quanta acqua richiede ciascun tipo di pianta?
La quantità varia a seconda del tipo di pianta, del clima e della zona. Si crede generalmente che le piante grasse vogliano pochissima acqua e questo è vero se da agosto a giugno; ma quelle che crescono all’aperto in un clima caldo e asciutto hanno bisogno di una notevole quantità d’acqua durante i mesi estivi. Come regola generale possiamo affermare che è preferibile annaffiare le piante con generosità a intervalli piuttosto lunghi, specialmente nel caso di soggetti dotati di apparato radicale profondo, anzichè con parsimonia a intervalli brevi, per evitare che il terreno sia irrorato solo in superficie e rimanga completamente arido in profondità.
Consigli finali:
- utilizziamo acqua piovana, se è possibile;
- in primavera e in autunno è meglio innaffiare al mattino appena la temperatura comincia a salire;
- annaffiare in inverno è raramente necessario, ma se richiesta, meglio in tarda mattinata;
- evitare l’uso di acqua eccessivamente fredda;
- durante i mesi caldi estivi non annaffiare mai nelle ore più calde e nemmeno quando il sole batte sulla pianta.
Scrivi